Politica

L’assessore annuncia un incarico al figlio: il «cuore di mamma» fa infuriare Facebook

E dire che il dialetto napoletano, nella sua geniale capacità di sintesi, ha un’espressione perfetta per definire l’agire con discrezione: aumma aumma. Evidentemente, la contentezza del cuore di una madre (anzi, mammà) è più forte del pur sviluppatissimo sesto senso dei politici per evitare polemiche.
Facebook, un paio di giorni fa, a mezzogiorno. L’assessore al Turismo del Comune di Napoli, la ex eurodeputata ed ex senatrice del Pd Graziella Pagano, scrive sulla bacheca: «Con la commozione di una madre che vede felice il figlio vi informo che Lorenzo Crea è stato appena nominato Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Gruppo Pd in consiglio regionale». A mezzogiorno e otto minuti appare - dopo due post di congratulazioni - il commento di Diana: «Se lo faceva il centrodestra il Pd avrebbe chiesto conto della sua formazione e avrebbe gridato al conflitto d’interessi». È l’inizio della bufera, l’intervento da la stura a un fuoco (amico) di fila che prende di mira la non opportunità della nomina. «Bella notizia - ironizza Chiarastella -. Vorrà dire che visto che mio padre è un libraio, nella vita finirò a vendere libri», e Tommaso si domanda: «...ma chi è che parlava di questione morale»?. E via di questo passo, fino all’insulto massimo (per il popolo Pd) lanciato da Elvira, che sottolinea con dubbia logica che di fronte a certi episodi «dobbiamo dare ragione a Berlusconi che dice che i magistrati indagano sulla sua vita privata!».
La Pagano difende a criatura: «Mi dispiace che ci siano persone che parlano di familismo o raccomandazioni… il curriculum di Lorenzo è a disposizione di tutti (23 anni, curatore della comunicazione del Pd locale e dell’ufficio stampa di «Dive & Divi», trasmissione di Napoli tivù, ndr)». E dopo la mamma, il figlio: «Credo che aprire una polemica su una gioia familiare - interviene lo stesso Lorenzo, che informa di non essere un “prete spogliato buonista con la smania di piacere a tutti” - sia sbagliato. Vi posso giurare sulla vita della mia famiglia che né mia madre né nessun altro ha fatto pressioni per questa nomina». Ma l’accorato intervento non placa lo sdegno del popolo di sinistra. Guido commenta amaramente che «ora, come ex-Comunista, ex-Sindacalista, ex-Lavoratore, posso morire di gioia con immensa felicità...» e Gualtiero rincara: «Quando una cosa simile accade nel centrodestra assistiamo ad una levata di scudi per parentopoli. Quindi, come sempre, esistono due verità». E via dicendo. Ma Tommaso ci riprova: «Rivendico con orgoglio di aver fatto un passo avanti importante nella mia carriera senza sentirmi raccomandato. L’assillo per le pari opportunità ai giovani è anche un mio assillo».

Obiettivamente, che a Tommaso stiano a cuore le sorti dei giovani di sinistra è certo: appena lo scorso novembre mandava una lettera al Corriere del Mezzogiorno in cui citava l’ex deputato del Pci Emanuele Macaluso: «Nel Pd continua l’agitazione dei giovani che non riescono a salire le scale e chiedono un aiutino ai più anziani che vogliono defenestrare». Ricorda qualcuno?

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