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L’ateneo costringe i prof furbetti a lavorare d’estate

SCANDALO Trenta docenti finiscono nella lista nera: sempre assenti. Il preside li scopre e li punisce

BariI professori non fanno lezione e gli studenti, anche i più secchioni, rischiano di finire fuori corso. Rischio scongiurato grazie all’intervento del preside, che ha pensato bene di correre ai ripari allungando i termini di chiusura delle attività didattiche.
È quanto accaduto alla facoltà di Medicina di Bari, dove è scattata un’indagine interna per fare luce sui prof che hanno disertato le lezioni e che non avrebbero programmato le lezioni necessarie per completare il programma di studi. Dopo pochi giorni dal grido di dolore per la sforbiciata ai finanziamenti statali disposta dal ministro Gelmini, un nuovo caso scuote l’ateneo barese. Il caso è venuto fuori grazie al preside della facoltà di Medicina, Antonio Quaranta.
Il docente, dando un’occhiata allo svolgimento dei corsi e al rispetto dei tempi previsti, si è trovato di fronte uno scenario allarmante: a causa del ripetuto forfeit dei docenti, nel corso dell’anno sono rimaste scoperte ben 42 materie, una vera voragine nell’offerta formativa. Il preside è intervenuto tempestivamente prorogando di un mese l’attività di insegnamento in modo da scongiurare il rischio per gli studenti di finire fuori corso e salvando 700 domande di laurea per la sessione autunnale. In più, sono stati organizzati a tempo di record tirocini e seminari per assicurare la possibilità di accumulare i crediti formativi necessari per le prove. Il caso però è tutt’altro che chiuso.
Il preside ha spulciato nei registri e ha individuato una lista di 30 professori che non avrebbero completato il ciclo delle lezioni previste entro la fine dell’anno accademico. Il tutto è finito in un dossier trasmesso al rettore Corrardo Petrocelli, che per la verità da tempo ha avviato un’azione di rinnovamento nel segno del rigore: non solo ha dato un taglio netto alle spese, ma ha anche varato il codice etico per i docenti in modo da porre un freno alla parentopoli nell’ateneo barese.
Una serrata attività di controllo era cominciata già ad aprile in seguito alle segnalazioni degli studenti; da lì l’attenzione era massima tanto da portare all’indagine interna e alla scoperta del preside Quaranta che, in attesa di sviluppi, assicura che in futuro non saranno affidati incarichi a docenti che hanno rinunciato alle lezioni.
La facoltà di Medicina di Bari finì al centro di un vasto scandalo due anni fa, quando la Guardia di finanza accertò l’esistenza di un’organizzazione in grado di pilotare l’esito dei test per l’ammissione assicurando le risposte esatte ai candidati.

Per questa ragione il nuovo rettore ha subito rivoluzionato le prove di ammissione scegliendo la linea dura e disponendo controlli a dir poco serrati: aule schermate, 24 metal detector e qualcosa come 450 vigilantes.

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