L’attesa media? Da sei mesi a un anno

Fare ricorso al giudice di pace non è un’impresa alla portata di tutti e così in molti preferiscono lasciar perdere. Quelli però che accettano la sfida, noncuranti delle difficoltà a cui vanno incontro, seguono lo stesso cammino imbattendosi nei medesimi disagi. A meno che non chiedano aiuto a un avvocato. Per prima cosa digitano lo 060606, rivolgendosi al call center del Comune in cerca d’informazioni. L’operatore di turno gli fornisce il numero del giudice di pace di via Teulada e qui la faccenda prende subito una brutta piega: il centralino, infatti, non risponde praticamente mai. Agli aspiranti contestatari (soprattutto quelli che sono alla loro prima volta) non rimane altro da fare che andare di persona negli uffici preposti, anziché sbrigare la pratica per raccomandata. «Per sapere quali documenti andavano presentati - spiega Cristina - ho consultato il sito web del giudice di pace di Bologna che è fatto molto bene». Su quello di Roma, purtroppo, le pagine sono ancora in allestimento e si trova solo il recapito del centralino fantomatico. Quanto al ricorso, Cristina, laureata in giurisprudenza, l’ha scritto da sola. Mentre Alberto, in coda con lei, ha rovistato nella rete: «Le associazioni dei consumatori mettono a disposizione su Internet dei canovacci dai quali è possibile prendere spunto». Il resto è roba di ordinaria pubblica amministrazione: solite file, lentezze burocratiche e problemi che si riscontrano anche altrove. Ci vuole grande pazienza.

Le persone sono qui per i motivi più diversi: c’è chi chiede una riduzione della sanzione, chi ha ricevuto la cartella esattoriale senza che prima gli venisse notificato il verbale, chi ha deciso di ricorrere perché l’infrazione non gli è stata contestata subito. Per l’udienza dovranno attendere dai sei ai dodici mesi. La pubblicazione della sentenza, invece, sfora sistematicamente il limite stabilito dei 90 giorni.

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