Medicina

L’attività fisica è un elemento fondamentale per una cura più efficace dei pazienti diabetici

«All’età di cinque anni mi è stato diagnosticato il diabete. Non è stato facile accettarlo. La mia vita è cambiata quando mi sono avvicinata allo sport. L’attività fisica aiuta. Per le persone nella mia condizione è fondamentale: da 28 anni sono diabetica e grazie allo sport non ho una complicanza». Così Monica Priore, 33 anni, pugliese campionessa di nuoto, medaglia d’oro nella categoria Master 2009 e prima donna con diabete di tipo1 ad attraversare, nel 2007, a nuoto lo Stretto di Messina, racconta la sua esperienza di persona diabetica e sportiva. Non è la sola. Sono parecchi gli atleti che convivono con successo con il diabete. Una patologia sempre più in crescita: oggi nel mondo riguarda più di 230 milioni di persone. Oltre 2 milioni e mezzo in Italia. Ma per l’International diabetes federation i malati entro il 2025 saranno 380 milioni.
Di attività fisica, come elemento fondamentale per migliorare la qualità della vita e della cura nelle persone con diabete, si è discusso al First italian diabetes and physical activity global Forum, a Villasimius (Ca), promosso dall’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (Aniad) con il patrocinio di Diabete Italia. Oltre 250 i partecipanti. «Il movimento ha effetto su parametri come la glicemia, il colesterolo, il grasso addominale, la pressione arteriosa ma anche sulla disfunzione erettile, sulla densità ossea, sull’ansia e la depressione », dice Gerardo Corigliano presidente dell’Aniad e presidente del congresso. «Riduce inoltre il fabbisogno di farmaci e la mortalità per tutte le cause (12 per cento)». E ha un ruolo nella prevenzione: quattro studi scientifici internazionali hanno rivelato che, con un programma di attività fisica strutturata e una riduzione del peso corporeo almeno del 5 %, in persone predisposte al diabete, è possibile ridurre del 60 % il rischio dell’insorgenza della malattia. Come muoversi per ottenere benefici? Sufficiente camminare. Un’attività semplice, ecologica, economica, alla portata di tutti, da fare però con la giusta posologia. «Almeno tre volte la settimana. Meglio tutti i giorni . Per una durata - spiega Corigliano - non inferiore a 30 minuti e con un’intensità che permetta di sostenere una conversazione senza che venga l’affanno». Avvalendosi della tecnica del fitwalking o camminata attiva. I risultati si vedono già dopo 8 settimane. Il Global Forum è stato presentato Freedom League (www.freedomleague.

it), un programma gratuito di fitwalking che ha lo scopo di far camminare i diabetici anche con una riduzione del consumo di farmaci, promosso dall’Aniad con la collaborazione di Abbott Diabetes Care.

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