Roma

L’aula Giulio Cesare salva Ama International

Gli stessi numeri alle volte possono avere valenza diversa. Mercoledì in aula 25 consiglieri non sono stati sufficienti per approvare la delibera sulla ricapitalizzazione di Ama international. Conseguente caduta del numero legale e voto rinviato a ieri, quando lo stesso numero è bastato per approvare il documento, che di fatto salva l’azienda dal fallimento, permettendole di vendere ciò che resta di sano al suo interno, ossia le commesse estere.
Ciò è stato reso possibile dal fatto che l’aula ieri era chiamata in seconda convocazione, per cui bastavano venti consiglieri per aprire la seduta e approvare il documento. Critico al riguardo il consigliere di An Luca Malcotti. «La maggioranza non si schioda da 25. Hanno avuto 24 ore di tempo per cercare di arrivare a 30 e non sono riusciti ad arrivare nemmeno a 26. Parte della maggioranza, giustamente, si vergogna di votare questa delibera e un’altra parte non la vota affatto».
Chi è presente, fra i consiglieri del centrosinistra, dà l’ok al documento, che autorizza Ama International ad andare in assemblea dei soci per riportare in bonis l’azienda, attraverso l’aumento di capitale, che sarà a carico di Ama, la quale sborserà 6 milioni per l’operazione. In altre parole, con quel denaro la società madre eviterà il fallimento ad Ama international, che potrà così procedere alla vendita, al miglior prezzo possibile, delle commesse estere. Le principali riguardano il Cairo, dove il processo di acquisto è già in corso da parte di una società italiana al prezzo di 17,5 milioni l’anno, e Abu Dhabi.
«Questa delibera - spiega l’assessore capitolino al Bilancio, Marco Causi - autorizzerà Ama international a uscire dai problemi che ha avuto. In questo modo si autorizza la dismissione delle attività in perdita e la valorizzazione di quelle esistenti». Bocciato, invece, l’emendamento presentato dall’opposizione che chiedeva di informare il consiglio sulle condizioni alle quali si effettueranno le vendite delle commesse estere. Nulla di fatto: l’aula Giulio Cesare, quindi, ancora una volta, rimarrà all’oscuro dei movimenti di una società partecipata.
Ma ieri in consiglio si è continuato a parlare di Ama, anche dopo l’approvazione della delibera. Una ventina di residenti a Casal Boccone hanno interrotto i lavori, chiedendo di parlare con qualche rappresentante dell’amministrazione, per risolvere il problema verificatosi in seguito alla costruzione di un deposito Ama nella zona. I cittadini vogliono spostare la struttura, per evitare disagi alle circa novanta famiglie che vivono proprio davanti al deposito. Lo hanno spiegato alla delegazione di rappresentanti del Comune, che li hanno ricevuti, i quali hanno preso l’impegno di mandare le commissioni Ambiente e Lavori pubblici a effettuare un sopralluogo nel cantiere, che proprio ieri è stato bloccato dagli stessi residenti.

Dopo, eventualmente, potranno chiedere all’Ama, perché non spostare subito la realizzazione e aspettare un anno e mezzo, come dichiarato dal presidente della società.

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