L’auto frena ancora ma gli incentivi danno i primi frutti

È ancora in sofferenza il mercato europeo dell’auto, tra i più colpiti dalla crisi mondiale, ma le misure di incentivazione poste in essere dai governi cominciano a farsi sentire positivamente sulle vendite, con particolare riferimento alla Germania, Paese in cui il mese scorso si è registrato un netto cambio di marcia, con le immatricolazioni cresciute del 21,5%.
Il bilancio complessivo del Vecchio continente, reso noto ieri dall’Associazione costruttori europei dell'auto (Acea), mostra invece ancora una frenata delle immatricolazioni (-18,3% su febbraio 2008), ma meno marcata comunque rispetto a gennaio, quando il calo era stato del 27% nonostante un giorno lavorativo in più che in termini di vendite vale tra i quattro e i cinque punti. In Italia, dove il bonus governativo alla rottamazione è entrato in vigore solo il 7 febbraio, il mercato ha subìto una flessione del 24,4%, dunque più contenuta di quella di gennaio (-32,6%). Per quanto riguarda Fiat, il dato è negativo (-17,2%), ma «grazie alle quasi 83mila vetture immatricolate a febbraio nell’Europa Occidentale - spiega una nota del Lingotto -, ottiene una quota del 9,2%, confermando il quarto posto nella classifica dei principali costruttori europei». In particolare, il gruppo torinese ha beneficiato del ritrovato slancio del mercato tedesco (+44,8% le vendite), mentre Panda e Nuova 500 hanno confermato, rispettivamente, il primo e secondo posto nella classifica delle auto più vendute nel segmento A. Fiat ha intanto smentito ieri un articolo di stampa sull’esistenza di un piano di fusione con Peugeot.


Quanto all’andamento del settore, secondo Gianni Filipponi, segretario generale Unrae, «febbraio ha espresso due facce ben distinte: la prima parte molto depressa, con flessioni rispetto allo stesso periodo 2008 del 40% e la seconda in progressivo miglioramento con la settimana finale addirittura in attivo dello 0,3%. Queste indicazioni, proiettate su marzo, consentono di esprimere un cauto ottimismo per un bilancio finale del mese che potrebbe essere persino in attivo».
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