Roma Resta da capire se sia un mamba, come dice lui, oppure un bamba, come dicono altri. Di sicuro è un tipo che ama provocare e far parlare di sè. Una vita tra aule giudiziarie, università e politica, con passaggi anche imprevedibili: prima missino, poi democristiano, poi leghista, poi federalista berlusconiano, poi non più berlusconiano né federalista, ultimamente grillino. Era da un bel po’ che l’avvocato e professore vicentino Renato Ellero non finiva sui giornali nazionali e nei tg. Ieri ha trovato il modo migliore per farlo: venirsene fuori di punto in bianco con una bomba atomica, fatta esplodere nientemeno che sulla Sberla, un blog del posto. «Il proprietario della casa di Montecarlo è un mio cliente» ha rivelato l’azzeccagarbugli vicentino. Arricchendo lo scoop con un quadro cronologico dalla precisione schiacciante: «Non so da quanto tempo sia proprietario di questa società, ma quando ho parlato con lui non mi pareva che fosse da pochi giorni, non sono però in grado di dirvi se ha preso un anno fa, due anni fa, otto mesi fa. Io l’ho saputo mercoledì». Chiarissimo.
Ma chi è questo Ellero? Nella Lega Nord, in cui ha militato diventando senatore nel 1994, fanno a gara a dire di non conoscerlo. «Era uno di quelli che se ne andò subito, se non ricordo male», dice un colonnello leghista. Non ricorda male, Ellero restò nella Lega giusto qualche mese, il tempo di accomodarsi a Palazzo Madama e fare il salto della quaglia, inventandosi, dopo il ribaltone di Bossi, un gruppetto (Lega federalista italiana) alleato col Polo di Silvio Berlusconi. A quel tempo il Cavaliere era, per Ellero, «una persona molto signorile» e le accuse dei pm a Berlusconi «una barbarie giudiziaria». Ultimamente ha cambiato idea. Breve rassegna del pensiero elleriano sul Cav e affini, tratta dal web: «Berlusconi non si dimetterà mai, lo devi buttar fuori dalla stanza a pedate», «Berlusconi è un uomo d’affari, un pescecane, divora tutto. Ma se viene uno squalo, l’unica speranza per farlo scappare è dargli una botta sul naso: ecco, a Berlusconi bisogna dargli una botta in testa. Non fisicamente, perché dopo tutti gli interventi e i lifting non sai dov’è la testa», «Tremonti è un incapace, Sacconi non so neanche come fa ad essere ministro», «Brunetta è uno statista da 1,59», «Ghedini io lo considero meno di zero», «Bossi una volta era un uomo, ora non so cosa sia». Insomma un osservatore equilibrato delle cose politiche, e soprattutto super partes.
È invece molto amico del vicentino Giorgio Conte, vicecapogruppo dei finiani alla Camera. Anzi, pare che in questi giorni si sia sentito molto spesso con il finiano Conte, e che si sia anche con lui incontrato, e non una volta sola. Una coincidenza? E chi può dirlo. Di sicuro (lo racconta l’Ansa) ieri Conte lo attendeva a casa, come un tutor, di ritorno dal suo studio legale dove ha incontrato i giornalisti affamati di qualche prova, oltre alle parole. Un rapporto di amicizia che dura da tempo, certo, ma che qualche dubbio, in un giallo intricato come il Fini-Tulliani-gate, lo pone.
Anche perché le cose strane sono molte. La tempistica della dichiarazione, dopo un mese e mezzo di silenzio e qualche ora prima del videomessaggio di Fini. La vaghezza circa la data del presunto acquisto societario da parte del suo cliente. Che, tra l’altro, non risiede neppure in Italia, ma «molto, molto vicino all’Italia», e che pertanto, non avendo residenza qui, non può temere eventuali azioni del fisco italiano, e dunque potrebbe palesarsi senza troppi problemi. Basterebbe mostrare il titolo di proprietà, un semplice documento che può essere venduto e comprato in qualsiasi momento, senza neppure lasciare traccia di questo passaggio (è uno dei molti vantaggi che offre l’off-shore), perché è un titolo al portatore. Insomma, i margini per i giochi di prestigio ci sono tutti. Anche se nessuno si sognerebbe mai che possa essere coinvolto uno stimato professionista e docente universitario come Ellero.
Un giovane brillante, allievo e assistente alla cattedra del grande penalista Giuseppe Bettiol, già parlamentare e ministro della Dc. Figlio di un facoltoso industriale vicentino, Ellero ha coltivato la scienza giuridica (e la passione politica) non per necessità di guadagnarsi la pagnotta. Al Senato, tra il ’94 e il ’96, non ha lasciato segni indelebili, a parte un disegno di legge per devolvere il 4 per mille ai partiti politici. Una proposta che, se fatta oggi, garantirebbe la lapidazione immediata davanti al Parlamento. Ma certo, nel ’95 il sentimento anti-Casta non era forte come ora, in epoca Grillo. A proposito di Grillo, ultimamente Ellero sembra attratto dal grillismo. Un meet-up di Padova ha pubblicato le foto di un incontro dei grillini, del novembre 2008, con ospite tra gli altri Elio Lannutti, oggi senatore dell’Idv, e poi lui, Renato Ellero. Da ex sostenitore di Berlusconi a antiberlusconiano grillino e anti-Casta, ma i tempi cambiano.
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