Ministro Scajola, in Parlamento lei ha definito «confortanti» i primi dati che provengono da settore automobilistico a seguito del piano di incentivi varato dal governo per il rilancio del settore. Se saranno confermati in aprile, ha aggiunto, riusciremo a tenere in piedi il settore. Insomma, prudenza sì, ma anche un sano ottimismo per quanto riguarda l'uscita dalla crisi?
«Non siamo ad un punto di svolta - risponde il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola -, tuttavia pare che si intraveda qualche timidissimo segnale di inversione. Lanalisi del presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet sottolinea infatti come i mercati non abbiano ancora valutato la portata positiva del calo dei prezzi delle materie prime e dei piani di rilancio messi in campo dai governi. Anche se è ancora prematuro verificare lefficacia degli interventi varati dal governo Berlusconi, i primi dati possono essere incoraggianti. Come lei ricordava, gli ordinativi di acquisto delle auto di febbraio hanno superato del 4% il dato dello stesso mese del 2008, mentre la richiesta di preventivi si è impennata tra il 60% e il 70% sin da febbraio. E la ripresa del settore ha permesso alla Fiat di diminuire la cassa integrazione degli stabilimenti di Melfi, Mirafiori e Termini Imerese. Sono piccoli segnali, che speriamo vengano confermati nei prossimi mesi».
Più in generale, come vede la situazione in questo momento? Le nostre banche stanno incominciando a presentarsi allo «sportello» dei bond per ricapitalizzarsi e finanziare così leconomia. Il governo sta mettendo in piedi una serie di aiuti anche alle piccole e medie imprese. Qual è la sua sensazione?
«Leconomia è una macchina lenta a ripartire, con lunghi tempi di reazione. Ma la chiave è nel cruscotto e ci auguriamo che per la scintilla non si debba attendere tutto lanno. Ricordo che fin da luglio, il governo italiano è stato quello più rapido nelle scelte: forse perché per primo aveva avvertito le reali dimensioni della crisi. Ha infatti messo in cantiere interventi che nel biennio 2009-2010 sbloccheranno risorse per leconomia reale pari a circa 56 miliardi di euro per far ripartire gli investimenti, estendere le tutele sociali, sostenere i consumi. E per dare sostegno alle piccole e medie imprese, vera ossatura del sistema economico italiano. La prossima settimana presiederò il tavolo per le piccole e medie imprese e discuterò con i rappresentanti delle varie categorie dei problemi contingenti, come laccesso al credito, ma anche di soluzioni di lungo periodo che diano risalto e forza al ruolo delle piccole imprese italiane».
Arriva qualche segnale positivo anche dallestero, in particolare dallOriente. La Cina potrebbe uscire dal rallentamento prima del previsto e questo rappresenta unoccasione per uneconomia orientata allexport come la nostra.
«LItalia ha scalato le classifiche dei Paesi esportatori mondiali, dimostrando come le nostre imprese, sia grandi che piccole, abbiano avuto negli ultimi anni la capacità di innovare i loro prodotti ed esaltare leccellenza del Made in Italy nel mondo. Il governo sta concentrando il proprio sostegno allinternazionalizzazione delle imprese verso quei Paesi che, nonostante la crisi, presentano ancora significative prospettive di crescita per i prossimi anni. Nel 2008 abbiamo organizzato missioni di sistema, in collaborazione con Ice, Confindustria e Abi, in Vietnam e Israele, a inizio aprile porteremo più di 500 imprese in Russia, in autunno sarà la volta per il Brasile. E abbiamo aperto a nuovi mercati come quello iracheno, nel quale lItalia avrà un ruolo di primo piano nella ricostruzione, e quello libico, dopo la ratifica del trattato di amicizia e cooperazione firmato dal Presidente Berlusconi nelle scorse settimane».
Il presidente del Consiglio ha detto più volte che, per chi non ha problemi con il posto di lavoro, si sono aperti - nonostante la crisi - spazi importanti di consumo: i tassi dinteresse sui mutui casa sono ai minimi storici e le spese per lenergia stanno calando rapidamente. Si parla di risparmi cospicui sulle bollette per imprese e famiglie. Ci fa qualche cifra?
«Con la diminuzione dei prezzi di benzina e carburanti, delle bollette di luce e gas, dei tassi sui mutui e del livello di inflazione, una famiglia media che ha contratto un mutuo, risparmierà nel 2009 tra i 2.500 e i 3.000 euro rispetto ai picchi del 2008.
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