CataniaLemergenza cenere vulcanica? «Qui è routine», dice senza mezzi termini il controllore di volo in servizio da trentanni alla torre di controllo di Catania, aeroporto Fontanarossa. LIslanda è lontana,qui non cè da bloccare i cieli di mezza Europa come è avvenuto la scorsa settimana. Qui lEtna con la sua lava polverizzata dalle esplosioni ha messo più di una volta a dura prova i motori dei jet e degli airbus, e la professionalità di piloti e di esperti dellaviazione. Lultima volta, nel 2002, di cenere dal vulcano attivo più alto dEuropa ne è uscita talmente tanta che allaeroporto Fontanarossa è stata istituita una unità di crisi permanente . Ne fanno parte innanzitutto lEnac, laeronautica militare (che gestisce il radar nella base di Sigonella), lEnav, ovvero i controllori di volo, la Sac, il gestore dellaeroporto e le compagnie aeree. «Allunità di crisi - spiega ancora il controllore di volo - spetta la decisione finale di chiudere, oppure di rinviare la chiusura dellaeroporto».
Le violente esplosioni e il lunghissimo pennacchio del 2002 hanno imposto allo scalo aereo di Catania di approntare difese «anti vulcano». E così il cielo attorno allEtna è stato suddiviso in quattro settori, in modo da permettere ai piloti, aiutati da terra, di scegliere la «via» sgombra. Provvedimento deciso anche per lIslanda, ma solo dopo giorni di caos. A Catania è stata introdotta anche elaborata una classificazione della nube vulcanica a seconda della densità della cenere. «Di fronte a una contingency, unemergenza così come viene definita in codice - spiega ancora il controllore di volo - siamo noi dellEnav ad applicare i protocolli per mitigare i disagi. E così se la nube si trova a quota 3mila piedi in direzione nord-ovest, noi facciamo in modo che laereo in atterraggio esca dal punto di maggiore pericolo indicando la rotta opposta. Pochi accorgimenti e tutto procede senza rischi. Lo facciamo spesso, molto spesso».
È il bollettino meteo giornaliero, redatto allaeroporto militare di Sigonella, e inviato alla torre di controllo e al servizio Radar a tracciare landamento della giornata. Basta anche una leggera emissione di vapore dallEtna che scatta subito la «contingency». Se lEtna è in eruzione e dai crateri sommitali emette cenere, allora, si riunisce lunità di crisi. Per verificare lesatta direzione della nube di cenere e la quantità emessa è molto importante valutare la visibilità. Per questa ragione spesso allimbrunire sino allalba lo scalo viene chiuso. «In condizioni di buona visione del cielo - ammette il controllore di volo - tutto viene fatto a occhio nudo. Se lallerta arriva col buio o se cè foschia, allora decolla un aereo con a bordo degli esperti che individuano la nube e comunicano a terra laltezza e la direzione della cenere». I voli test, nel caso dellIslanda, sono stati fatti invece solo dopo giorni di stop.
Laeroporto di Catania è anche dotato di un apparecchio laser che posto al centro della pista, viene sparato in aria per localizzare e quantificare la cenere. È rimasto, invece, un sogno quello di dotare laeroporto di un radar che riesca a valutare le nubi di cenere, così come avviene seppur in fase sperimentale in Giappone.
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