«L’emergenza gas non è finita»

Il governo punta sulle riserve e sui risparmi

Rodolfo Parietti

da Milano

L’emergenza-gas non è finita, ma durerà anzi per altri 2-3 anni. Pierluigi Bersani è pessimista. E forse ha ragione, almeno a giudicare dalle singhiozzanti forniture dalla Russia (la stima è di 10-20 milioni di metri cubi in meno al giorno nelle ultime settimane) e dal contenzioso irrisolto tra Mosca e l’Ucraina. Le premesse sono poco incoraggianti, e c’è dunque il rischio concreto di rivivere la crisi del gennaio scorso.
Il governo ha così deciso di varare un piano per anticipare le probabili difficoltà in cui l’Italia potrebbe trovarsi il prossimo inverno, quando - sulla base di alcuni calcoli del ministero delle Attività produttive - occorreranno tre miliardi di metri cubi in più, per un totale di 51,8 miliardi di metri cubi. Per reperire il gas che serve, Bersani intende coinvolgere tutti. Anche l’Eni, invitata ad anticipare di sei mesi (dal primo ottobre 2009 si passa all’aprile 2008) il rafforzamento dei gasdotti in cui viene canalizzato il metano russo passando per l’Austria. «Useremo tutti i mezzi possibili, ma speriamo che basti un’azione di moral suasion», ha detto Bersani. Dalla risposta di Paolo Scaroni, ad del gruppo petrolifero («condivido sia la preoccupazione che i rimedi annunciati dal ministro»), non sembra che sarà necessario ricorrere alle maniere forti.
Se le misure che coinvolgono il cane a sei zampe riguardano il medio termine, i provvedimenti di più immediata efficacia riguardano il prosciugamento totale delle riserve di modulazione per 8,4 miliardi di metri cubi (erano 7,8 lo scorso anno) e, se necessario, l’utilizzo degli stock strategici per 600 milioni di metri cubi. Inoltre, ha spiegato il ministro, «entro luglio il ministero emanerà una direttiva per massimizzare i contratti di importazione di gas con un effetto stimato di 1,2 miliardi di importazioni in più rispetto allo scorso inverno». In pratica, gli importatori saranno tenuti ad aumentare le quote di gas fin dal 12 novembre, con un anticipo di un mese sul 2005, proprio per scongiurare un deficit di offerta con l’arrivo della brutta stagione. Il governo ha inoltre allo studio la concessione di nuove licenze con caratteristiche tese a favorire gli investitori, che «potranno usare per sé l’80% del gas stoccato e questo per 20 anni», ha annunciato Bersani. È però evidente che le soluzioni tampone dovranno essere affiancate da iniziative di natura strutturale, a cominciare dai nuovi rigassificatori. «Sto rifacendo il punto della situazione - ha detto il ministro - con tutti gli attori per mettermi in condizione di valutare il buon esito delle opere in corso. Cercheremo di fare il possibile perché un rigassificatore sia attivo nel 2008. Due sarebbe meglio».


Non manca, all’interno del piano anti crisi, un capitolo dedicato ai risparmi per le famiglie e le piccole imprese, da cui si prevede di recuperare altri 200 milioni di metri cubi al mese e 600-800 milioni per l’intero periodo invernale. Si pensa inoltre a disincentivare, attraverso l’introduzione di costi maggiori, l’utilizzo del metano da parte delle imprese termoelettriche. Senza ricadute sulle bollette dei consumatori finali. Non sarà facile.

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