L’emergenza A Genova si uccide per gioco

Così, per gioco. Per noia. Uccidere un uomo è un passatempo. Al massimo una prova di coraggio per guadagnarsi il rispetto degli altri e magari potersi definire «grandi», degni di essere parte della banda.
Genova assiste all’ennesima aggressione, all’ennesimo tentato omicidio che non è diventato del tutto un omicidio solo perché i medici del pronto soccorso e della sala rianimazione dell’ospedale Galliera sono riusciti a salvare la vittima con un delicato intervento chirurgico (in serata le sue condizioni sono decisamente migliorate). Un miracolo in camice bianco che potrà cambiare la gravità dell’accusa dal punto giudiziario, ma non quella del gesto in sé. Resta esattamente tutto ciò che è accaduto.

Cioè resta un quarantenne tempestato di cinghiate mentre riposava su una panchina dei giardinetti davanti alla stazione. Restano quattro (ma probabilmente erano di più) sudamericani di 16 e 17 anni che hanno deciso che il gioco della loro domenica sera doveva essere un pestaggio violento quanto immotivato. (...)

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