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L’emergenza Juve rispolvera Del Piero e scalda il «Quaglia»

Del Piero titolare oggi nel ritrovato derby contro il Novara? Possibile. Anzi, probabile. In campionato non succede dal 21 settembre, 1-1 in casa contro il Bologna. Il capitano venne sostituito nell'intervallo, non per demeriti propri ma dopo l'espulsione di Vucinic che obbligò Conte a cambiare assetto: oggi, senza l'infortunato montenegrino (oltre agli squalificati Vidal e Bonucci), il numero dieci potrebbe tornare a scambiare il gagliardetto a inizio match «perché ci serviranno giocatori tecnici per scardinare la difesa del Novara», ha spiegato ieri Conte. È più di un indizio a favore del capitano, anche se in settimana Conte non ha gradito sia stato scritto che lo stesso Del Piero sarebbe pronto a sbottare nel caso in cui oggi non gli venga consegnata la maglia da titolare. «Io sono sempre stato trasparente con tutti i miei giocatori - ha precisato il tecnico - e non gradisco che questo mio atteggiamento venga messo in dubbio». Tradotto: Del Piero sa benissimo di non essere più una prima scelta e lo ha accettato senza problemi per il bene della squadra. Il che non significa che non speri di fare cambiare idea al suo ex compagno di squadra. Comunque sia, da (quasi) dimenticato che è stato per settimane a titolare oggi, il passo non è poi così lungo per chi ha la Juve nel cuore: e se i minuti collezionati finora in campionato sono stati solo 201 - meno di lui solo Grosso, Storari, De Ceglie, Pazienza, Quagliarella ed Elia - non significa nulla vista l'autostima di cui il numero 10 è in possesso. Del Piero, se prescelto, si piazzerebbe largo a sinistra e vincerebbe così la concorrenza di Quagliarella, altro desaparecido (105' finora) che vorrebbe tanto non "festeggiare" domani un intero anno senza gol: meglio comunque non trascurare l'ipotesi che i due possano anche giocare insieme, visto che a Roma Matri è apparso con la lingua a penzoloni.
Comunque sia, i tre punti sono obbligatori per continuare «a fare qualcosa di straordinario - ha detto Conte -. Non è però importante come si parte, ma come si arriva. Noi vogliamo essere lì in alto quando conterà, non solo adesso.

In ogni caso, essendo sotto Natale, chiedo un regalo ai miei colleghi: visto che continuano a dire che, non avendo le coppe, siamo noi i veri favoriti per lo scudetto, smettano di fare di tutto per qualificarsi alle competizioni europee. Così ci andremo noi, ben felici di avere poi tanti impegni. Loro potranno dedicarsi al campionato e io, vedendo altri giocare la Champions, smetterò di rosicare».

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