L’Enel accelera: «Subito l’Opa su Endesa»

nostro inviato a Londra

E.On? «Lo scenario di una sua vittoria è teorico». L’Opa su Endesa? «Al più presto» dice Fulvio Conti, amministratore delegato Enel, che annuncia subito che presenterà ricorso perché venga rimosso il divieto posto dalla Consob spagnola di lanciare l’offerta prima di sei mesi. Un ottimismo, quello mostrato da Conti in mattinata, suffragato da una notizia giunta nel tardo pomeriggio: la Sepi, finanziaria pubblica spagnola che detiene il 2,9% di Endesa, ha deciso di non aderire all’Opa lanciata dai tedeschi. Per l’ad italiano la presentazione del bilancio e del piano industriale alla comunità finanziaria di Londra è stata l’occasione per fare il punto sulla vicenda iberica: «Lo scorso anno ho iniziato parlando in francese, oggi chiudo in spagnolo, è un segno di come cambiano i mercati», ha osservato Conti. Con un ramoscello di ulivo (e un avvertimento) ai manager di Endesa: «Ho molta stima di Rafael Miranda (il presidente, ndr) e anche di Manolo Pizzarro per come si sono difesi, sperabilmente a favore dei propri azionisti, ma quando raccomanda di aderire a un’Opa da 40 euro e non a 41, credo che debba invece appoggiare l’offerta che fa gli interessi dei soci».
In ogni caso, dice Enel, il management verrà conservato: «Manterremo le strutture operative, anche in Italia». Quanto all’accordo con Acciona, è stato confermato che gli spagnoli acquisiranno le attività nelle energie rinnovabili, mentre all’Enel andrà la gestione delle consociate estere di Endesa, in particolare quella francese, la Snet, secondo produttore transalpino. Tutto il resto sarà gestito in comune: dopo tre anni Acciona potrà cedere la sua quota a Enel. Piuttosto, Conti ha ribadito più volte che «quello che abbiamo fatto è perfettamente legale. Abbiamo visto l’opportunità di investire con il 25% e solo dopo che abbiamo saputo che Acciona parlava con E.On abbiamo iniziato le trattative. Oggi abbiamo un accordo che ci dà il 46% di Endesa, siamo impegnati in un’offerta ad almeno 41 euro più gli interessi sull’eventuale ritardo nell’Opa». Il vero ostacolo parrebbe piuttosto venire dal limite al 10% dei diritti di voto stabilito dallo statuto di Endesa. Se si considerasse che esiste un concerto tra Enel e Acciona e si limitasse il diritto comulativo al solo 10%, lo stesso si dovrebbe fare per l’accordo tra la Cassa di Madrid ed E.On. Accordo che è stato raggiunto ad Opa aperta e che ieri ha già avuto il via libera della Consob spagnola. Più correttamente, ha avvertito Conti, si dovrebbe valutare il peso dei soci in base al capitale posseduto. Il manager Enel si è comunque detto fiducioso sulla possibilità di rimuovere l’ostacolo. Se poi E.On decidesse di restare nel capitale dopo la chiusura dell’Opa il 3 aprile, «non possiamo dire che cosa faremo, dipende da quante azioni avrà raccolto».
Infine una nota finanziaria: dopo l’eventuale conquista di Endesa Enel riceverà proquota il 75% degli utili della società spagnola, il che significherà a sua volta un aumento del 25% degli utili per azione.

Andranno a un aumento del dividendo, visto che l’Enel oggi dà agli azionisti quasi tutti gli utili netti? Sembra improbabile: Conti si è impegnato a mantenere almeno invariata la cedola, ma quel 25% in più quasi certamente servirà a rimborsare i debiti per la scalata.

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