L’epidemia animale? Falso allarme: cani e gatti non vengono contagiati

La possibilità che l’influenza si trasmetta dall'uomo agli animali è rarissima, anzi ci sono evidenze che ciò in genere non accada. Per quanto riguarda l'eventualità inversa, la trasmissione dagli animali all’uomo, è noto che vi sono alcune specie che funzionano da serbatoio dei virus influenzali e alcune altre che sporadicamente possono trasmettere ai bipedi questa malattia. I maiali e gli uccelli sono formidabili serbatoi dei virus influenzali ed è da lì che le grandi e luttuose epidemie influenzali del passato (spagnola, asiatica ecc.) hanno avuto origine.
Dell’attuale influenza, la cosiddetta «suina» (che sarebbe più opportuno definire «messicana») si è parlato e scritto in tutte le salse (anche troppe) ma ben poco si è trattato della sua capacità, o meno, di colpire gli animali d’affezione. Visto però che, dalla lontana Cina, giungono notizie d’isolamento del virus nei cani, sarà bene fare chiarezza e tranquillizzare chi possiede cani gatti e compagnia sui possibili rischi di trasmissione. Prima che salti fuori qualche titolo allarmante sull’argomento, va detto che, se andiamo a cercare particelle del virus, le possiamo trovare praticamente in qualunque animale, dal rinoceronte all’armadillo, la qual cosa non vuol dire assolutamente nulla. Così, il ritrovamento, a Pechino, del virus H1N1 nei tamponi nasali di due cani affetti da sintomi respiratori non vuole assolutamente significare che il cane sia recettivo alla malattia, esattamente come il caso di un gatto trovato positivo qualche settimana fa in Iowa. Si tratta di isolamenti in provetta, su vetrini, su piastre, insomma roba da laboratorio che, con la natura, non ha nulla a che fare. In oriente hanno sterminato gli zibetti perché ritenuti portatori di quella malattia fantasma che è stata la Sars, ormai passata di moda, come un capo d’abbigliamento.
In 13 paesi del mondo è stato isolato il virus H1N1 su diverse specie animali, dal gatto appunto, al furetto, dal cane al ghepardo, ma l’isolamento del virus in laboratorio non ha nulla a che fare con la sua capacità di far ammalare l’organismo. Se solo passiamo un dito sulla nostra scrivania e andiamo a isolare virus e batteri, ne troveremo una quantità insospettata e potremmo prevedere la nostra morte a breve. In realtà si tratta di agenti infettivi del tutto privi di significato oppure vinti, alle prime schermaglie, dal nostro sistema immunitario.
I virus di tipo influenzale (Orthomyxovirus) sono strettamente legati ai mammiferi, quali l’uomo, il maiale e il cavallo, nonché agli uccelli selvatici e domestici, ma si possono ritrovare, quali ospiti transitori, su innumerevoli specie animali. Basta andarli a cercare. Non dovrà dunque preoccupare la notizia che in quello stato americano l'H1N1 sia stato isolato in un gatto, o che nel tale stato canadese, sia stato isolato nel tacchino o ancora che in Cina sia stato isolato nel cane. Per fortuna le barriere biologiche incontrate dai virus, da millenni adattati a determinate specie, sono tuttora le più efficaci nell'evitare epidemie disastrose.

Certo, esiste la possibilità remota che la barriera sia sfondata, ma sarà bene non fasciarsi la testa prima che sia rotta. Quindi, se Silvestro emette uno starnuto, vedete di ragionare. Probabilmente gli ha dato fastidio il fumo della vostra sigaretta. Diverso se in appartamento tenete un maiale. In tal caso lo starnuto è sospetto.

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