Che sia un segno del destino? Il prato in piazza De Ferrari il Comune aveva deciso di «impiantarlo» in occasione della visita a Genova del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio. Ora, con il governo traballante e Pecoraro sull'orlo della sfiducia il Comune ha deciso di tornare ai vecchi zampilli d'acqua e abbandonare l'effetto pic nic. Si scopre questo grazie a un'interpellanza del consigliere Giuseppe Murolo (An) soddisfatto «per la fine di questo sperpero di denaro pubblico». Il prato infatti, costato 8mila euro (tutti sponsorizzati), aveva diversi costi di manutenzione: 11.960 euro fino a oggi le spese straordinarie certificate oltre a 2mila euro ogni mese.
«Entro pochi giorni provvederemo a trasferire queste zolle» garantisce l'assessore al Verde Roberta Morgano. Il problema sta nel trovare una nuova destinazione per la gradevole erbetta. Escluso il prato di Marassi, per cui si aspettano ben altri interventi, l'assessore garantisce che «al più presto troveremo una collocazione opportuna».
Intanto, si scopre che il prato è rimasto in piazza De Ferrari assai di più di quanto sarebbe dovuto restare. «Lo avevamo previsto solo per quattro mesi - chiarisce Morgano - ma visto che l'estate non è stata particolarmente calda, e abbiamo appurato come in quei mesi, cittadini e turisti abbiano gradito l'opportunità di coricarsi in pieno centro città, ci è spiaciuto toglierlo». Fino a oggi, a quanto pare. Consapevoli dei costi? Un nuovo progetto per la piazza che deve fronteggiare i bulacchi d'acqua causati da quegli zampilli voluti nel bel mezzo di una delle città più ventose d'Italia? Comune troppo al verde per mantenere il prato? Macché, o meglio, non solo: a far sterzare la decisione della giunta è ben altro: una certificata insurrezione popolare. Un sondaggio on line del quotidiano Il Secolo XIX che ha contato appena 2.
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