da Roma
Frena leconomia nel 2008: la crescita - dice il governo con la Relazione unificata sulla finanza pubblica - sarà appena dello 0,6%, contro l1,5% previsto. Ma per la Confindustria si tratta di previsioni ottimistiche: con un petrolio sopra i 100 dollari il barile e un cambio delleuro con il dollaro ai record storici, cè la concreta possibilità che questanno lItalia segni «crescita zero». «Mi dispiace - ha commentato Montezemolo - ma purtroppo avevamo ragione. Le stime di crescita del Paese sono sempre più vicine allo zero che alluno per cento. Rischi di recessione? Spero proprio di no». Da notare che nessun Paese industrializzato (G-7 ed Eurolandia) registra tassi di crescita «zero virgola», come lItalia.
Al brusco rallentamento della crescita segue un peggioramento del deficit. Il governo prevedeva che nel 2008 dovesse toccare il 2,2% del Pil. Ora, con la «Relazione unificata» lo corregge verso lalto al 2,4%. In realtà, un peggioramento del ciclo economico di 0,9 punti percentuali avrebbe dovuto comportare un appesantimento del deficit dello 0,45% (e toccare quota 2,6-2,7%), e non dello 0,2%, come dice il ministero dellEconomia. Per riuscire ad attutire limpatto negativo, il ministero apre lombrello della «lotta allevasione». Vale a dire, calcola come strutturali almeno 3 miliardi di maggiore gettito fiscale; a fronte dei 9 miliardi incassati nel 2007. E così riesce a frenare al 2,4% il deficit di questanno.
Un livello che difficilmente potrà produrre «tesoretti» da distribuire. Così, Tommaso Padoa-Schioppa mette le mani avanti. Solo con il bilancio dassestamento di giugno - spiega - sarà possibile capire se ci sono risorse da distribuire. «Al momento non ci sono», sottolinea. Ed a giugno ci sarà un nuovo governo. Lo stesso ministro, poi, fa capire con la «Relazione» che lo stesso livello di deficit al 2,4% è «a rischio». Lobbiettivo, infatti, viene raggiunto a condizione di non rinnovare i contratti del pubblico impiego e di congelare le spese per Anas e Fs.
Piuttosto impervio, poi, è il profilo di risanamento della finanza pubblica che Padoa-Schioppa tratteggia con la «Relazione unificata». Nella sostanza, il ministro sostiene che per rispettare limpegno europeo di azzerare il deficit entro il 2011 è necessario introdurre correzioni da 30 miliardi allanno. Da concentrare, soprattutto, in tagli di spesa degli enti locali e del pubblico impiego. In compenso, il documento fotografa una pressione fiscale destinata a restare elevata nei prossimi anni. Una tabella mostra che le entrate totali sono destinate a restare intorno al 47% del Pil. Sono state pari al 47,2% nel 2007; saranno al 46,9% questanno; per restare costanti al 46,7% nel prossimo triennio. Benché il governo confermi linflazione programmata all1,7%, laumento dei prezzi reale atteso questanno è intorno al 2,7-2,8%.
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