L’eroe degli anti-casta baluardo contro l’Italia

Jakup Mikkelsen non è certo il calciatore chiamato a perpetuare la speranza laica di ogni domenica, scioperi permettendo, come Messi o Cristiano Ronaldo. E neppure il top player capriccioso che al primo refolo di vento si astiene dal lavoro e si rifiuta di scucire di tasca propria il contributo di solidarietà. È semplicemente il portiere della nazionale delle Far Oer che domani affronterà l’Italia di Prandelli. Guadagna per l’esattezza 1.148,32 euro al mese (con tanto di tredicesima, sia ben chiaro...). L’accredito in banca arriva puntuale come un orologio svizzero. Il suo club però non è il Real Madrid, ma il ministero dell’istruzione faroense. Il 41enne Mikkelsen insegna infatti storia alla scuola media di Fuglafjorour, un villaggio impronunciabile di 1.600 anime alle porte di Thorshavn. Alleva e istruisce ragazzini, non certo prime donne isteriche che affrontano il mondo con una carta di credito a portata di mano.
Mentre la sempre più complessa e arricchita industria del calcio ha bisogno di punti di riferimento mitologici che la aiutino a crescere e a consolidarsi, questo ragazzone di 41 anni veste i panni dell’antidivo senza accusarne il peso. È forse l’eroe per caso, o più semplicemente si è trovato al posto giusto nel momento giusto. «Ho scoperto solo sabato scorso che avrei giocato contro l’Italia. Per me è un onore. Sono fermo da un anno, ma quando il ct Brian Kerr mi ha telefonato non stavo nella pelle». Come non comprendere il suo entusiasmo? Eppure c’è chi non l’ha capito, come il preside della scuola di Fuglafjorour. Nelle terre delle pecore i capricci e i voli pindarici non sono consentiti. Professor Mikkelsen, vuole giocare contro l’Italia? Bene, allora si prenda qualche giorno di ferie e in bocca al lupo. È andata più o meno così. Roba da fantascienza, agli antipodi di fronte alle recriminazioni del buonista Tommasi e dei suoi accoliti. Stille di calcio autentico con un pizzico di romanticismo, simili a quelle italiche degli anni pionieristici del pallone. Quando Virgilio Maroso, non uno qualsiasi, ma uno degli alfieri del grande Torino, prendeva il tram per andare ad allenarsi.
Mikkelsen aveva chiuso con il calcio giocato un anno fa, con 71 presenze in nazionale e una buona carriera spesa senza particolari sussulti tra Klaksvik ed Herfolge. Il suo più grande risultato risale al 1995, anno in cui era riuscito a strappare la maglia da titolare al saltimbanco Jens Martin Knudsen, famoso in tutto il mondo per via del buffo berretto di lana che indossava in ogni circostanza. Venerdì avrebbe probabilmente guardato la gara in tv, con un occhio allo schermo e l’altro sulla lezione da preparare per lunedì. Ma quando si è infortunato Gunnar Nielsen, lui sì professionista nelle serie minori inglesi con la casacca del Tranmere Rovers, il ct Kerr non ha perso tempo e si è ricordato del professore di storia e della sua proverbiale presa d’acciaio.

Forse al Torsvollur Stadium, contro gli azzurri, Mikkelsen rischierà la goleada, ma giocare contro Pepito Rossi, Balotelli e Cassano lo trasformerà in una sorta di eroe per i suoi studenti. Quelli che erudisce con tanta passione per 1.148,32 euro al mese.

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