L’eroe dei consumatori multato per manipolazione di mercato

Evidentemente nell’Idv con le parole non ci sanno proprio fare. Ma se i soliti strafalcioni di Tonino coi congiuntivi fanno tutt’al più sorridere, alle volte le parole possono fare danni. Danni gravi.
Ottobre 2007, primi effetti dell’onda «mutui subprime»: dagli Usa arrivano notizie terrificanti, si prospetta un nuovo crollo delle borse capace di far rimpiangere il ’29, in Europa le banche calcolano febbrilmente quanto ci rimetteranno a causa dello crac statunitense. E il 27 di quel mese, nel pieno della bufera, ad Elio Lannutti (nella foto), senatore Idv e presidente di Adusbef, una delle maggiori associazioni dei consumatori, viene la bella idea di dichiarare in un’intervista: «Secondo i nostri calcoli il mark to market di Unicredit è negativo per 4-5 miliardi. Si tratta di uno scandalo grosso dieci volte quello di Italease...». Ovvero: Unicredit è quasi spacciata. Lo stesso giorno Unicredit cerca di parare il colpo, diffonde una nota in cui chiarisce che la sua «posizione creditoria netta nei confronti dei propri clienti è di un miliardo». Non basta a placare il mercato: in borsa serpeggia il panico e tutti svendono azioni dell’Unicredit, che cola a picco.
Ora, le cifre fornite da Lannutti su Unicredit erano totalmente campate in arie. E così la Consob, l’organismo di regolamentazione della Borsa, lo ha sanzionato di 100mila euro per «manipolazione di mercato», il minimo previsto.

Questo perché la Consob, si legge nel provvedimento, ritiene «che la condotta illecita è stata posta in essere quantomeno con colpa ma che essa non appare sintomatica di un atteggiamento funzionale al perseguimento di vantaggi di natura economica».

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