Politica

L’esercito dei 650mila clandestini In un anno sono raddoppiati

Almeno 650mila. Questo il numero degli extracomunitari clandestini presenti nel nostro Paese. In pratica, l’1,1% dell’intera popolazione residente in Italia è composto da immigrati irregolari. Un esercito di persone che vivono ai margini della società, entrate in Italia prive di documenti e qui rimaste a vivere, fuori dal controllo delle istituzioni. A dirlo è un’inchiesta del Sole24Ore, costruita sulla base di dati del ministero dell’Interno elaborati dagli analisti della Fondazione Ismu. La stima di 650mila clandestini riporta il livello della irregolarità ai picchi più alti della storia recente. A un livello appena superiore, infatti, si era arrivati solo nel 2002 e nel 2006, prima di una «caduta» registrata nel 2007 e legata soprattutto al decreto flussi del governo Prodi, che ha sanato migliaia di posizioni.
L’analisi dei dati ha permesso anche di valutare la distribuzione degli stranieri senza permesso di soggiorno a livello territoriale. Risulta che è Brescia la città dove la presenza degli irregolari è più massiccia: nel capoluogo lombardo gli irregolari sono il 3,2 per cento della popolazione. A seguire altre due città del nord: Mantova, col 2,9 per cento, e Modena, terza nella classifica con il 2,5 per cento.
Brescia mantiene il primato anche della densità di stranieri in generale. Aggregando al numero di immigrati irregolari la popolazione extracomunitaria regolare, si scopre che il numero di immigrati che vive nell’area costituisce il 13,5 per cento dell’intera cittadinanza. Una percentuale maggiore di oltre due volte la media nazionale, ferma al 6,1%. Dopo Brescia seguono in classifica Prato (12,9) e Mantova, che anche qui si piazza al terzo posto con un 12,2 per cento. Il confronto tra le presenze di immigrati irregolari e immigrati regolari evidenzia una costante: a una forte presenza di immigrati regolari fa da contraltare un elevato numero di clandestini. Questo trend è confermato dai dati delle prime dieci città in Italia per presenza di immigrati regolari.
La questione immigrazione è del resto tra i primi posti nell’agenda del governo appena insediatosi. Il pacchetto sicurezza cui sta lavorando il neo ministro dell’Interno Roberto Maroni sarà sul tavolo del primo Consiglio dei ministri. E Maroni ha confermato che si tratta di un vero e proprio giro di vite. Tra i punti più importanti l’introduzione del nuovo reato di immigrazione clandestina punibile anche con il carcere.
Al vaglio del ministro anche la possibilità di ripristinare la chiusura delle frontiere e il blocco del trattato di Schengen verso l’immigrazione proveniente da Romania e Bulgaria. Previsti poi pattugliamenti delle forze dell’ordine anche oltre le acque territoriali, al fine di contrastare gli sbarchi, e una prolungata permanenza nei Cpt: fino a 18 mesi.
Infine, lo smantellamento definitivo dei campi rom abusivi, ricorrendo anche ad arresti ed espulsioni, inasprimento dei limiti alle richieste di asilo e di ricongiungimento familiare e permessi di soggiorno solo per chi ha un reddito sufficiente a sostentarsi.


«Il reato di immigrazione clandestina - ha spiegato il parlamentare forzista Nicolò Ghedini - con l’arresto in flagranza e l’espulsione immediata, rappresenta un tentativo serio di arginare il fenomeno».

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