L’esperimento Niguarda: una rete di welfare locale

Facilitatori di quartiere accanto ai custodi e ai «portieri sociali». E poi ancora una radio on line e un portale web. Un programma di attività culturali messo a punto dai docenti e degli studenti del dipartimento di Sociologia della Università Bicocca. E infine forme nuove di cooperazione legate alla tradizione mutualistica dell’ex quartiere operaio nato a ridosso della Pirelli. Niguarda-Bicocca, esploso negli ultimi anni attorno all’università sorta al posto dei capannoni del grande sito industriale, vuole diventare un quartiere modello per la città, dove sperimentare forme innovative di welfare locale. Questo è il piano che soggetti importanti del terzo settore (Caritas Ambrosiana, Acli, Fondazione don Gnocchi), del pubblico (Comune e Asl) e del privato (Pirelli Re, Edificatrice Niguarda) hanno lanciato nel corso del convegno «9 in rete: un modello da Expo». Il progetto ha già ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Cariplo per lo studio di fattibilità ed è candidato al bando per la coesione sociale. È prevista la creazione di nuove figure professionali come quelle dei facilitatori di quartiere, che sull’esempio dei custodi e dei portieri sociali già presenti in alcuni caseggiati di edilizia popolare abbiamo una funzione di presidio, monitoraggio e promozione di iniziative per la popolazione. Nelle scuole si punterà invece sulla presenza di facilitatori linguistici e culturali. Saranno inoltre incentivate forme di mutualismo, come la coabitazione tra studenti in cerca di alloggi a canoni di affitto contenuto e anziani che vivono soli.

Il progetto ha ottenuto l’apprezzamento del vicario dell’arcivescovo per la città, monsignor Erminio De Scalzi: «Milano ha bisogno di uno sguardo complessivo capace di valorizzarne la dimensione metropolitana senza perdere le identità forti che ancora caratterizzano i suoi quartieri, in particolare in periferia».

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