L’Esquilino diventa un ospedale a cielo aperto

Michela Giachetta

Per chi abita in piazza Vittorio ieri non serviva uscire di casa per capire che era successo qualcosa in zona. Rumori diversi, infatti, verso le nove e mezza di mattina, hanno riempito quel luogo. Diversi fra loro, dalle sirene delle ambulanze alle macchine della Polizia, ma anche diversi rispetto al solito. A quell’ora normalmente si sentono bengalesi che invitano a far acquisti nei banchetti che costellano la piazza, qualche automobilista che brontola ad alta voce, perché è rimasto bloccato da auto parcheggiate in seconda fila, signore che si raccontano la notte insonne a causa di qualche malanno.
Ieri, invece, nulla di tutto questo. La piazza era piena di vigili del fuoco, polizia municipale, uomini del 118, carabinieri. Chiuse al traffico le vie circostanti. Ma anche molti dei negozi della zona. «Siamo stati avvisati dai carabinieri del tamponamento fra i due convogli - racconta Gianpaolo Egidi, il direttore di Oviesse, l’esercizio commerciale che si trova proprio di fronte all’entrata della metro A sulla piazza - e subito ci hanno detto di chiudere, chiedendoci lenzuola, acqua, per soccorrere i primi feriti». Il direttore obbedisce. E il suo negozio, poco dopo, diventa il quartier generale dei carabinieri, il loro punto d’appoggio, utilizzato come base per telefonare. Anche l’edicola, situata a pochissima distanza dall’entrata della linea A, ha dovuto chiudere in fretta. «Abbiamo visto una ragazza uscire dalla metro in lacrime - spiega Alex Nunes, che gestisce il chiosco - seguita da un’altra donna che tremava. Il nostro primo pensiero è stato che avevano rubato loro il portafoglio o la borsa. Ma non siamo riusciti a sapere nulla. Erano troppo sotto shock per parlare». La spiegazione Nunes e gli altri commercianti ce l’hanno poco dopo. Decine di persone escono correndo dalla metro. C’è stato un tamponamento fra due convogli, riferiscono alcuni passeggeri, che erano in attesa sulla banchina. Alcuni sono feriti, altri tossiscono. Chi trova un filo di voce lo usa per chiedere tessere telefoniche. «Non ho mai venduto così tante ricariche in così poco tempo», racconta ancora Nunes. Anche Daniela Nanni una delle proprietarie del Bar Tabacchi all’angolo fra piazza Vittorio e via Buonarroti conferma la vendita di moltissime tessere telefoniche: «Volevano chiamare casa, dire che andava tutto bene, che a loro non era successo nulla». La signora Nanni porta qualche bicchiere d’acqua a chi si accascia sconvolto sui tavolini di fronte al negozio, ascolta storie, che poi ripeterà a tutti i clienti durante la giornata. Fra queste, ci sono anche quelle raccolte dal presidente del Comitato Esquilino, Augusto Caratelli, che racconta di aver sentito alcuni testimoni parlare di un black out avvenuto sul convoglio che ha preceduto quello tamponato.
Intanto in piazza arrivano Veltroni, il prefetto Serra, il presidente della Regione, Piero Marrazzo e molti assessori comunali. Per i primi contusi che non necessitano di cure in ospedale si predispongono alcune sedie su cui farli appoggiare. Viene allestita in fretta una tenda del 118 di fronte alla fermata della metro. Nel frattempo prosegue il sopralluogo della polizia scientifica. Le automobili riprendono a circolare nella piazza solo intorno alle 13. Ma durante tutto il pomeriggio in piazza Vittorio non si parla di altro.

C’è chi chiede spiegazioni a vigili del fuoco e giornalisti. E chi dichiara, come Anna, di aver trovato una soluzione ai problemi tecnici o umani che si possono verificare sotto terra: «Basta non prendere la metro». Soluzione personale ma, come la definisce, Anna «collaudata».

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