L’Estonia protesta: la Russia è fuorilegge

da Tallinn

Si inasprisce la polemica fra Estonia e Russia per il trasferimento dal centro della capitale Tallinn a un cimitero militare in periferia del monumento ai caduti del 1945, considerato da Mosca un simbolo della lotta anti-nazista e dal governo estone un monumento simbolo del giogo sovietico. Mentre emergono dallo scavo i resti di almeno 12 soldati dell’Armata rossa, l’Estonia contesta alla Russia la tolleranza verso i dimostranti che da giorni assediano l’ambasciata estone.
Il ministero degli Esteri estone, che si dice pronto al dialogo ma scettico su un riavvicinamento delle posizioni, protesta intanto per l’assedio che da quattro giorni un gruppo di giovani dimostranti filo-putiniani del movimento “Nashi” (“I nostri”) ha inscenato attorno alla sua ambasciata nella capitale russa. Un portavoce del presidente Toomas Hendrik Ilves ha parlato di «psicoterrorismo», accusando Mosca di mancato rispetto della convenzione di Ginevra sulle sedi diplomatiche: «Sono stupefatto dall’indifferenza dimostrata dalle forze di sicurezza russe, specialmente dopo che le abbiamo viste usare la forza contro i dimostranti interni», in occasione delle marce contro il Cremlino a Mosca e San Pietroburgo. Ma anche a Tallinn la protesta dei filo-russi non cessa, pur scegliendo forme non violente: un invito ai guidatori a usare i clacson e a mantenere la velocità di cinque chilometri orari, per paralizzare il traffico, è circolato via internet e sms e secondo i media russi ha già raccolto molte adesioni.

Il contenzioso si allarga intanto ad altri Paesi del blocco ex sovietico. In particolare alla Polonia, il cui governo ha espresso solidarietà all’Estonia e dove il ministero della Cultura ha deciso l’eliminazione dei monumenti sovietici.

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