Il gioco snervante dei pronostici va avanti fino a sera. Cesare Battisti verrà estradato? Si fanno e rifanno i conteggi sugli orientamenti dei giudici, si interpretano sfumature e voci, si attende con ansia. Quattro a tre per lItalia, anzi quattro a quattro. E la parola definitiva al Presidente che, di solito, non vota. Ma sta con Roma. Ludienza, decisiva, va avanti in diretta tv: il Tribunale supremo federale del Brasile è chiamato a sciogliere il nodo che avvelena i rapporti con lItalia. Cinque ore di discussione, sempre in bilico, venti manifestanti allontanati insieme ai loro cartelli dordinanza e ai loro slogan vintage. Cesare Battisti, lex terrorista rosso dei Proletari armati per il comunismo, non è in aula, a Brasilia. È rimasto in cella. Nel carcere di Papuda. Forse ha annusato un clima che, a dispetto delle previsioni più ottimistiche, sembra volgere a favore dellItalia. Tutto però si conclude con un nulla di fatto. Il presidente dellAlta corte, Gilmar Mendes alla fine decide di rinviare ludienza.
LItalia dovrà aspettare ancora per mettere dietro le sbarre delle patrie galere lergastolano latitante che si porta sulle spalle quattro omicidi, un frammento sanguinosissimo degli anni di piombo e lombra inquietante di un passato che non se ne va. Il 9 settembre scorso, lo sfibrante procedimento si era bloccato su un calcistico 4 a 3 in favore dellItalia. E con lottavo giudice, Marco Aurelio Mello, intenzionato a votare no alla richiesta di Roma. A questo punto, il presidente Lula aveva nominato un nuovo magistrato, José Antonio Dias Toffoli, al posto di un altro componente del collegio, Carlos Menezes, morto nelle settimane precedenti. Sembrava la mossa del cavallo di Troia: quella del governo che mette un tecnico di sua fiducia in un tribunale spaccato in due e così chiude la partita con la vittoria di Battisti, la concessione dellasilo politico e lesibizione di tutta la più frusta retorica barricadiera e anti-italiana. Sembrava, ma forse non era così. Forse Lula aveva congegnato una trappola per il suo ministro della Giustizia Tarso Genro.
A sorpresa, poco prima dellinizio delludienza, Toffoli fa sapere che non voterà. Per «motivi di coscienza». A Roma, il colpo di scena sembra atteso e non coglie nessuno impreparato. Anzi, negli ambienti della diplomazia circola la tesi che la nomina di Toffoli sia proprio lo stratagemma escogitato dal Lula per mettete fuori gioco Genro, il ministro dellestrema sinistra e dal passato guerrigliero che ha infilato il Brasile in questo pasticcio internazionale. Secondo questa scuola di pensiero, il pragmatico Lula non starebbe col suo ministro ma con lItalia e avrebbe trovato con Toffoli unelegante via duscita al caso Battisti. Ipotesi. Ma ipotesi assai accreditate.
In ogni caso la crisi di coscienza del nuovo giudice spariglia i giochi: «La scelta di Toffoli di non votare è per noi una brutta notizia», dice allinizio della giornata Luis Roberto Barroso, uno dei legali di Battisti. Poi la discussione comincia. Nellaula principale del Tribunale. Davanti ad un crocifisso, la bandiera, lo stemma del Brasile. Mello annuncia, come tutti pensavano, che voterà a favore dellasilo politico. Per lui, Battisti «è stato vittima di una persecuzione politica in Italia» e, dunque, «secondo la legge brasiliana non può essere estradato». Siamo sul quattro a quattro. Come in un match dallesito incerto fino allultimo.
La palla viene consegnata al presidente dellAlta corte, Gilmar Mendes. Il destino di Battisti è nelle sue mani. E qui la storia, già complessa, si complica ulteriormente. Cosa farà il presidente? Mendes, su questo non ci sono dubbi, è a favore dellestradizione. In questo caso la conta finirebbe 5 a 4 per lItalia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.