Cronache

L’Europa zittisce i no global: «Nessuna tortura al G8»

Presentata la relazione che gela la sinistra e smentisce le accuse alla polizia: «I manifestanti arrestati non furono maltrattati»

Diego Pistacchi

E ora come la metteranno gli onorveoli no global? Durante il G8 non ci furono torture. La polizia si comportò correttamente con gli arrestati. Non lo dicono i vertici del Viminale, non si difendono il capo della polizia e il capo di stato maggiore dell’Arma dei carabinieri, non è un’autoassoluzione del governo Berlusconi. Quello che la sinistra va denunciando da cinque anni è stato smentito dal Consiglio d’Europa, che ha indagato sui fatti avvenuti a Genova nel luglio 2001 così come sugli scontri verificatisi qualche mese prima a Napoli.
La relazione degli ispettori europei non lascia troppo spazio ai dubbi e coincide peraltro con buona parte delle spiegazioni già offerte da un magistrato al di sopra di ogni sospetto al comitato parlamentare d’inchiesta che venne istituito subito dopo gli scontri di Genova. Alfonso Sabella, già braccio destro di Giancarlo Caselli, responsabile della struttura penitenziaria durante il G8, aveva ripetuto di aver assistito al «trattamento» riservato agli arrestati nella caserma di Bolzaneto e di aver sempre ritenuto quelle operazioni come necessarie e inevitabili, non certo delle torture o sevizie come sostenuto invece dai no global. Lo stesso Sabella, in un primo tempo ignorato dall’inchiesta della procura di Genova sui fatti del G8, era stato poi indagato per le presunte violenze eventualmente commesse da suoi sottoposti e subito fatto uscire dall’inchiesta con una richiesta di archiviazione.
Le parole dell’autorevole magistrato evidentemente ai colleghi genovesi non sono del tutto bastate per prosciogliere tutti gli uomini delle forze dell’ordine e dell’amministrazione penitenziaria (anche medici e infermieri) indagati per le presunte violenze. Ma quelle sue stesse parole, nella sostanza sono state ripetute ieri dagli ispettori europei che hanno depositato la loro relazione.
Insomma, negli incidenti di Napoli, nel marzo 2001 e soprattutto in quelli successivi e più gravi di Genova in luglio, le persone arrestate non sono state maltrattate dalle forze dell'ordine. A questa prima conclusione è arrivato il Comitato di Prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa (CPT) in un rapporto pubblicato ieri a Strasburgo, sulla base della visita compiuta in Italia nel 2004. L’Europa resta comunque interessata alla vicenda e in particolare al proseguimento delle indagini giudiziarie. Il Comitato per questo chiede di essere informato sulle misure che saranno prese al fine di evitare il ripetersi in futuro di tali incidenti, ma la relazione iniziale è chiarissima.
Una doccia fredda soprattutto in considerazione degli annunci fatti dalla sinistra radicale italiana, forte del successo elettorale. L’elezione di Haidi Giuliani, mamma di Carlo, e del leader dei Disobbedienti come Francesco Caruso avevano ridato vigore alle richieste di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti del G8, in modo da fare un secondo processo alla polizia italiana. La stessa Haidi Giuliani era stata indicata dai suoi stessi compagni di Rifondazione, come il presidente ideale di questo «tribunale» parlamentare che dovrebbe portare alla luce tutte le nefandezze commesse dalle forze dell’ordine a danno dei no global.
La relazione europea non è certo indulgente verso l’Italia visto che esprime forti dubbi sul sistema penitenziario e sull’usanza di applicare il carcere duro ai detenuti che si vogliono far parlare.

Le critiche quindi non mancano, anche a proposito di alcune scelte dei magistrati, ma sul G8 assolvono con formula piena gli accusati.

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