L’Eurostar si blocca e il viaggio diventa odissea

Tutta colpa di un guasto meccanico, l’ennesimo. E così l’Eurostar «9393» diretto ieri mattina a Roma, e atteso cinque minuti prima di mezzogiorno, è arrivato alla stazione Termini con un ritardo di ben tre ore e mezza. A bordo circa cinquecento passeggeri inferociti, che hanno subito l’onta di stare fermi in aperta campagna, pochi minuti dopo aver lasciato la stazione di Firenze Santa Maria Novella. Gli utenti di Trenitalia hanno dovuto aspettare le 15,30 e un difficoltoso trasbordo per giungere finalmente nella capitale. Tra l’altro si è trattata di una vera e propria odissea per i passeggeri in fila, visto che è stato possibile scendere dall’Eurostar in panne solo dalla prima e dalla quinta carrozza. Secondo, infatti, la testimonianza di molti passeggeri tutte le altre uscite, rimaste inesorabilmente sbarrate, «emettevano un’assordante, infinito segnale sonoro» che ha reso le operazioni di trasbordo ancora più sgradevoli e avventurose per tutti.
Alla fine un applauso scrosciante, in realtà ironico, ha segnato la partenza per la capitale del nuovo treno arrivato per rimorchiare i passeggeri. Che una volta arrivati così in ritardo non hanno potuto espletare completamente le pratiche necessarie per chiedere il rimborso. Rimborso che secondo quanto riportato dal sito di Trenitalia spetta ai «clienti a bordo di un treno Eurostar Italia che arrivi nella stazione di destinazione con un ritardo ufficialmente registrato superiore a 25 minuti».

«I passeggeri in ritardo hanno diritto - continua la società - a un Bonus nominativo di importo pari al 50 per cento del prezzo del biglietto Eurostar da utilizzare per l’acquisto, entro sei mesi dalla data di emissione del bonus, di un altro biglietto con l’esclusione di ritardi dovuti a lavori programmati in linea resi noti alla clientela, fatti determinati da terzi aventi influenza sulla circolazione, scioperi, occupazione dei binari da parte di estranei alla ferrovia, incendi e calamità naturali».

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