L’ex ct Zoff: «Berlusconi mi criticò, giusto dimettersi» Ma dimentica che aveva già l’offerta di Cragnotti

Sono passati nove anni e Dino Zoff ci riprova. Questa volta da Mantova, la città dove debuttò in serie A e sede del festival della letteratura. L’ex ct riprova ad accreditare la versione dei fatti seguiti alla sconfitta nella finale di Rotterdam contro la Francia, europei del 2000. «Non potevo non dimettermi dopo le critiche di Berlusconi: sono un po’ più ombroso del normale» la ricostruzione, aggiungendo che «non ho più voluto avere a che fare con queste persone». Dino Zoff continua a raccontare una mezza verità e a tacere sull’altra. È vero, Berlusconi lo criticò per l’esito di quella finale, prendendosela in particolare con la mancata marcatura a uomo di Zidane, «una cosa indegna» la frase utilizzata. Ma Zoff decise di tagliare la corda perché aveva già in tasca la proposta, con tanto di relativo stipendio, del patron della Lazio Cragnotti per il ruolo di presidente del club. Incarico puntualmente accettato qualche settimana più avanti.

Più buffa la polemica successiva dedicata a Lippi, accusato di essere allergico alle critiche. «Io ho sempre accettato le critiche, ma non da tutti» il suo distinguo che farebbe pensare al famoso detto sull’asino e il bue.

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