
- Difficile dire se la telefonata tra Trump e Putin porterà davvero alla pace in Ucraina. Evidentemente lì, rispetto alla Striscia di Gaza, c’è un problema di fondo che impedisce di raggiungere rapidamente l’accordo: nessuno dei due è alle corde come era Hamas. E quando due belligeranti credono ancora di poter vincere, sedersi ad un tavolo è davvero davvero complicato.
- Per darvi un’idea, eccovi la dichiarazione di Trump sulla giustizia sommaria che i jihadisti stanno portando avanti nella Striscia: "Se Hamas continua a uccidere persone a Gaza, cosa che non era prevista dall'accordo, non avremo altra scelta che entrare e ucciderli”. Minaccia perché sa di avere il coltello dalla parte del manico.
- Io non ce l’ho con Ilaria Salis. E neppure con chi l’ha votata. Si chiama democrazia. Io ce l’ho con la mancanza di tatto di una signora che, prima di accusare lo Stato di corresponsabilità sulla strage di carabinieri di Castel D'Azzano, dovrebbe fare due cose. Primo: mostrare un minimo di cordoglio per le famiglie delle vittime. Secondo: ricordarsi che i militari dell’Arma servono lo Stato, e se Salis accusa lo Stato di corresponsabilità, di fatto sta mettendo alla gogna anche loro. Loro che sono andati per “ordini superiori” a preparare la strada ad uno sgombero ritenuto legittimo da un Tribunale. La lotta per la casa o la lotta per la dignità non c’entrano un fico secco, stavolta. Tre pazzi hanno ammazzato dei signori che facevano banalmente il loro dovere. Ma quando crepa un militare è l’unica “morte bianca” sul lavoro che non scatena l’indignazione di quello che doveva essere il partito dei lavoratori.
- Avete sentito cosa ha detto Maurizio Landini di Giorgia Meloni? Che sarebbe una “cortigiana” di Donald Trump. Il sindacalista è stato subito bacchettato da Floris, il quale l’ha redarguito per l’utilizzo di un termine “sessista”. In effetti per cortigiana, dizionario alla mano, si intende “donna di liberi costumi”, “meretrice”, “prostituta”. Dico la verità: mi viene voglia di difendere Maurizio Landini, il quale magari ha solo sbagliato termine per dire che la premier va al seguito di Trump. Un errore, niente di così drammatico, almeno per noi vecchi puzzoni che nel dibattito pubblico difendiamo la libertà di parole e ammettiamo di tutto e di più. Il discorso vale per noi, però. Non per lui, che è sempre stato il cane da riporto (si può dire o è offensivo?) di quella cultura perbenista della censura che oggi gli si ritorce contro. Landini infatti è lo stesso che nel 2023, quando si occupava più di femminicidi e meno di guerre, urlava che è “la nostra cultura” di uomini che deve cambiare. Lo stesso che chiedeva un “cambio di atteggiamento”. Lo stesso convinto che “sulle donne esiste un problema culturale irrisolto nel nostro Paese e riguarda gli uomini”. Lo stesso che invocava la cancellazione della “cultura del possesso”. Ed era una federazione della Cgil che sui social denunciava il ”pattern sociale” del maschilismo “fatto anche di micro comportamenti che denigrano la figura della donna”. Probabilmente quello di Landini sarà stato solo uno scivolone. Ma non so se lui, al nostro posto, avrebbe avuto per noi la stessa indulgenza. Insomma: chi ha incastrato Landini? Lo stesso Landini.
- Un paio di giorni fa mi chiedevo: ma possibile che Ilaria Salis non abbia fatto ancora una dichiarazione sui tre carabinieri uccisi a Castel D’Azzano durante una operazione di sgombero? Beh, poi l’ha fatto. Ma forse era meglio il silenzio.
- Lo riporto testuale: “In questi giorni la crisi abitativa e la povertà crescente in Italia sono tornate drammaticamente al centro della scena, da Sesto San Giovanni a Castel d’Azzano. Alla radice di quei gesti disperati e terribili c’è una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale, che genera sofferenza e disagio in fasce sempre più ampie della popolazione. E se la politica continuerà a non affrontare le cause profonde di questa crisi, dovrà considerarsi corresponsabile - insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo - di ciò che di orribile accade. E dovrà assumersene la responsabilità politica. Perché avere la sicurezza di un tetto sulla testa non può essere un privilegio di classe: è condizione essenziale per una vita dignitosa e felice”.
- Facciamo una breve analisi. Primo: riesce a non citare i tre carabinieri uccisi, e questo è grave. Ricordo a Ilaria che sono tre lavoratori, tre “proletari”, benché in divisa. Secondo: sostenere che il disagio di non avere un tetto sopra la testa sia alla base di questi gesti disperati equivale a “comprenderli”, a inserirli in un contesto. Invece no: far esplodere un appartamento uccidendo tre persone, quale che sia la motivazione, è un crimine immondo. Terzo: il capitalismo non c’entra nulla. O meglio: il capitalismo ha permesso a tanti di avere più di quanto avrebbero ottenuto col socialismo, e questo è la storia ad affermarlo. Esistono le disuguaglianze? Sì. Occorre cercare di risolverle? Certo. Ma se il sogno della Salis è quello di un mondo in cui lo Stato ti assegna gli appartamenti a sua scelta, in modo da farli avere a tutti, anche no grazie. Quarto: dire che lo Stato è “corresponsabile” perché non affronta le cause del disagio abitativo è un po’ come affermare che gli uomini sono tutti colpevoli se alcuni di loro commettono femminicidio. E infatti sono due scemenze.
- Che gli israeliani abbiano disegnato un pisello sulla valigia di Greta Thunberg e l’abbiano riempita di scritte è un errore. Non si fa. Punto. E anzi i responsabili andrebbero puniti. Però signori andateci piano con le parole, questa non è tortura. Se invece l’hanno davvero anche presa a calci e minacciata di morte beh, non ci sono scusanti per chi era al comando dell’Idf quel giorno.
- Mattarella alla Fao: “Inaccettabili i nuovi scenari di carestia” . Cioè: l’inutilità delle dichiarazioni dei politici.
- "Giorgetti mi ha assicurato durante l'ultima riunione del Consiglio dei ministri che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti, che è un concetto un pò da Unione Sovietica. Io non credo che si debba intervenire con misure impositive, si deve invece avere un colloquio serrato. Sono in corso colloqui con il mondo bancario, il mondo assicurativo, perché possano dare un contributo alla manovra, cosa che è giusta. Ma un conto è fare una scelta condivisa, un conto è mettere una tassa che rischia di spaventare". Noi stiamo con Tajani in questa battaglia.
So che le banche vi stanno sulle scatole, e ancora di più le assicurazioni, ma tassare gli “extraprofitti” è una mossa orripilante. Se tassassero così il vostro “extraprofitto”, decidendo loro cosa considerare “extra”, cosa direste?