L’ex ministro americano in scacco con Due Torri

William Ramsey Clark ha 77 anni e nessuna voglia di scherzare. A 32 anni era già viceministro della Giustizia con John Kennedy prima che Lindon Johnson, texano come lui, lo nominasse numero uno dal 1967 al 1969. Era un predestinato. Anche il padre Tom, che fu giudice della Corte Suprema americana, era stato ministro della Giustizia. William era un marine, ma si battè soprattutto contro la pena di morte e per i diritti civili dei neri, senza però mai opporsi alla guerra in Vietnam. Ma la sua vita cambia a metà degli anni Settanta quando, fallita la corsa a un seggio di senatore, fonda l’International Action Center, legato al World Workers Party, partitino di lontane ispirazioni trotkziste, e diventa «difensore degli indifendibili».

Ha partecipato alla difesa di Slobodan Milosevic e di Radovan Karadzic, si è preso a cuore le sorti del pastore Elizaphan Ntakirutimana, uno dei principali accusati per il genocidio in Ruanda, e del generale liberiano Charles Taylor e per non farsi mancare nulla ha osato l’inosabile: difendere lo sceicco Omar Abu El Rahman, regista degli attentati del 1993 al World Trade Center, prova generale dell’11 settembre. Ora vuole portare l’America sul banco degli imputati per crimini di guerra. Magari da pubblica accusa...

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