L’ex Regina Elena deve essere sgomberato

PROTESTA Il comitato di quartiere parla di rischi per la sicurezza. Agli immigrati concessa la residenza senza controllare neanche l’identità

L’ex Regina Elena deve essere sgomberato

Ex Regina Elena, si sgombera o no? Il pacchetto sicurezza del Governo appena approvato, datato 2 luglio, dice di sì. Troppo evidente lo stato igienico-sanitario di estremo degrado all’interno dell’ex ospedale. Ma la sinistra del III Municipio dice di no, è tutto ok. E ha concesso la residenza a 600 okkupanti abusivi. Che vivono fra bombole del gas, fili scoperti, infiltrazioni d’acqua, tubature fatiscenti. Un mix ad alto tasso di pericolosità. Ma per la sinistra, tutto in regola.
A portare alla luce la notizia è il consigliere del Pdl Giovanni Provenzano che, in qualità di presidente della commissione Trasparenza, ha chiesto le carte. La risposta è arrivata quattro giorni fa. «Dopo aver avuto accesso agli atti - spiega - sono rimasto allibito riguardo al numero delle residenze rilasciate all’interno dello stabile. Sono circa 600, è un dato molto preoccupante. Sia perché non tiene conto degli immigrati irregolari sia perché la struttura, seppur grande, non è capace di contenere tante persone. Qualche residenza potrebbe essere fittizia». Secondo il racconto del consigliere, i dati - nomi, nazionalità, consistenza familiare - sono stati raccolti dai vigili col portone sbarrato, senza poter verificare chi alloggiasse realmente dentro. Tutto sotto la regìa della sinistra.
«A questo punto il Comune e l’Università la Sapienza non possono più rimandare la soluzione di questo problema», rimarca Provenzano. «Chiederò un appuntamento al Prefetto per consegnargli la petizione popolare del Comitato cittadino residenti». Forte di 1.500 firme, il documento chiede lo sgombero dell’ex Regina Elena «per conclamati motivi di sicurezza pubblica». I residenti chiedono anche l’intervento di Alemanno. «Abbiamo votato questo sindaco - dichiara Maria Luisa A., presidente del comitato - perché speravamo che facesse qualcosa per restituire al quartiere sicurezza e decoro. Ma finora non abbiamo visto nulla, se non un mercatino con il patrocinio del Comune lungo la città universitaria».
Ciò che desta più allarme è lo stato di degrado all’interno del Regina Elena. Lo sgombero, va detto, non è nei poteri del primo cittadino - la struttura fa capo alla Regione e la Sapienza - ma per motivi igienico-ambientali il Comune può intervenire. «Le nuove norme permettono interventi rapidi e incisivi - afferma il consigliere comunale Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza - laddove l’amministrazione ha rilasciato residenze non conformi alla legge attualmente vigente, prassi che ha contraddistinto la Roma veltroniana, sarà possibile revocare le residenze abusive e ordinarne lo sgombero, grazie alla disposizione relativa alle “condizioni igienico-sanitarie degli alloggi”, voluta dal governo Berlusconi». L’articolo 18 del ddl 733/B approvato il 2 luglio recita: «L’iscrizione anagrafica può dar luogo alla verifica, da parte dei competenti uffici comunali, delle condizioni igienico-sanitarie dell’immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza, ai sensi delle vigenti norme sanitarie».
I comuni possono quindi rifiutare la registrazione all’anagrafe qualora ritengano che le condizioni di alloggio del richiedente non siano conformi allo standard. Ma si può abitare fra le tubature dei gabinetti radiologici? O in stanzette prive di finestre? Risposta scontata: no. «Secondo la mappatura stilata dalla commissione Sicurezza, in ogni Municipio ci sono da 4 a 6 edifici quali ex scuole, ex ospedali, ex palazzi comunali ed ex caserme, occupati abusivamente», aggiunge Santori. L’ex Regina Elena è okkupato da Action. Per chi ha la ventura di entrare dentro, la scena è surreale.

Stanze di segreteria, laboratori di analisi, gabinetti di radiologia: ogni locale è un mini-appartamento, completo di brandine, armadi, tavola da pranzo, cucina, frigo, lavatrice, tv, stenditoi. Gli occupanti - romeni, maghrebini, sudamericani, senegalesi, etiopi, sudanesi - sono arrivati all’alba del 22 giugno 2007. Nessuno - Prefettura, Regione, ecc. - si è mai sognato di farli sloggiare.

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