L’idea di Piano come la chiatta: il futuro resta ancorato al porto

I progetti per la città studiati nel laboratorio della Darsena. Vincenzi: «Ci candidiamo per l’Expo di Shanghai 2010»

L’idea di Piano come la chiatta: il futuro resta ancorato al porto

«Guardate questa città, fino a dieci anni fa il mare se l’era dimenticato. Oggi ripartiamo da qui». Renzo Piano si affaccia dalle vetrate della chiatta appena inaugurata che ospita l’Urban Lab, guarda verso il porto e gira lo sguardo anche verso il centro storico. Unica nota stonata la sopraelevata che taglia le facciate dei palazzi, «dovremo tenercela ancora un po’, ma è il male minore». Renzo Piano dopo la bocciatura del Waterfront, guarda avanti, ai progetti di Urban Lab, a questo nuovo filo conduttore nato dal lavoro comune di Autorità Portuale e Comune di Genova.
La pianificazione urbanistica della città nascerà su questo barcone davanti al Museo del mare e della navigazione, un unico contenitore da dove verranno prese le scelte strategiche della Genova del futuro. Tante le iniziative sul piatto, con le grandi idee al centro, come l’aeroporto sul mare, e i cinquanta piccoli progetti per la Genova di domani, come la metropolitana di superfice. «Chiudiamo un primo anno di lavoro- racconta l’architetto-consulente Piano-. Ora è fondamentale arrivare ad un momento di sintesi per strutturare tutto quello che è stato messo sul piatto». Urbanistica ed architettura dovrebbero coniugarsi. Non più due diversi modi di vedere e lavorare, ma integrati per definire un prodotto unico. «Urban Lab significa anche musica, tempo libero come testimonia il nome che abbiamo dato al cartellone estivo della città - ricorda il sindaco Marta Vincenzi che ha annunciato la candidatura di Genova per uno stand all’expo di Shanghai 2010 -. Insomma, lavoriamo per perseguire la vivibilità della città».
Un progetto per Genova che parte da una diversa visione rispetto al passato. L’amministrazione comunale si è proposta di verificare il vecchio piano regolatore e di predisporre un nuovo strumento urbanistico, per rendere compatibile la pianificazione del territorio alle diverse trasformazioni in corso in città: dal porto alle grandi infrastrutture.
Particolare attenzione è stata posta intorno alla «linea verde» voluta da Renzo Piano. Un tracciato sulla carta, in cui viene indicato il confine oltre il quale la città non deve svilupparsi. A fare da contraltare alla linea verde, c’è quella azzurra, la zona che si affaccia sul mare dove Genova avrebbe bisogno di sviluppare i suoi spazi. Il tutto guidato da degli obiettivi di pianificazione molto chiari, come quello di evitare la realizzazione di nuovi quartieri e la possibilità che invece vengano utilizzati edifici dismessi favorendo le aree accessibili e dotate di servizi.
Per ora si tratta di idee, progetti presentati a scatola chiusa.

Ora la palla passa dagli architetti alla politica con l’obiettivo di costruire davvero la città del futuro. Di progetti di Urban Lab si parla da ormai un anno e, a spizzichi e bocconi, questi propositi sono ormai cosa nota. Altro affare sarebbe vederli realizzati. Non tutti, almeno qualcuno.

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