L’Idv non molla, Pisapia all’angolo

«C’è un limite al ridicolo. Dovrei scusarmi per aver chiesto a Pisapia di spiegare i criteri con cui ha messo al delicato assessorato alla Mobilità, da cui dipende Atm, Pierfrancesco Maran?». Non cambia tono Stefano Zamponi, commissario cittadino dell’Idv, anzi. Due giorni fa le indagini sul «caso Penati» (Penati è accusato di corruzione nell’indagine sull’area ex Falck) hanno svelano l’interessamento del leader del Pd al contenzioso tra Atm e uno dei suoi principali accusatori, Piero Di Caterina. È l’sms inviato dal non indagato Antonio Rugari (già successore di Vimercati alla presidenza del Consorzio Trasporti Pubblici dei comuni del nord milanese) a Penati il 13 giugno, giorno in cui viene annunciata la giunta, ad accendere la scintilla: «Visto come è andata Milano credo che si possa tentare di risolvere la questione di Piero prima che si vada oltre certi limiti e degeneri». Zamponi solleva il dubbio: Maran «privo di qualsiasi esperienza nel settore» ha avuto la delega alla Mobilità in quanto «pupillo di Penati?».
A stretto giro di posta la replica del sindaco: «O Zamponi si scusa delle sue parole prive di fondamento o il consigliere Grassi si dissocia dalle parole del suo compagno di partito, in caso contrario l’Idv si pone di fatto fuori dalla maggioranza». Siete fuori dalla maggioranza dunque? «Noi siamo e restiamo nella maggioranza, non mi pare che si possa uscirne per un atto amministrativo - replica secco Zamponi-. Ora pretendiamo chiarezza: sono sicuro che Pisapia non ha scelto Maran per favorire di Caterina, ma vorrei sentirgli ammettere che lo chiedeva il Pd». Ma il consigliere idv Raffaele Grassi si dissocia: «È un attacco gratuito, ribadisco la mia stima per Maran e lo invito ad andare avanti. Penso che Pisapia sia garante per la maggioranza delle scelte che ha fatto».
Nel giro di qualche minuto arriva la replica del sindaco: «Voglio ribadire in modo chiaro ed inequivocabile che nel formare la mia giunta ho preso le decisioni in totale autonomia e che non ho mai avuto incontri, colloqui, suggerimenti e tanto meno pressioni dirette o indirette da parte di Filippo Penati, come da nessun altro».
Il Pd fa quadrato intorno a Maran: «Massima solidarietà e sostegno a Maran - scrive Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare - essere stati sponsorizzati politicamente da Penati non è certo una colpa». Per il segretario metropolitano del Pd Roberto Cornelli, «Pisapia ha attribuito responsabilità importanti a giovani capaci che hanno già dimostrato di sapere lavorare con rigore e serietà». «L’attacco dell’Idv a Maran è vergognoso - polemizza Francesco Laforgia, coordinatore dei circoli cittadini -. Pier fa parte di quella rigenerazione di cui il Pd ha bisogno». Mentre si fa sempre più netta la presa di distanza dall’ex capo della segreteria politica di Bersani, autosospesosi dal partito, dal gruppo in Regione, ma non dalla poltrona di vicepresidente del consiglio lombardo. E se due giorni fa Majorino, tra i più intransigenti, scriveva: «Quando, più di un mese fa ho, in quel caso solo suggerendolo, chiesto a Penati di fare un passo indietro mi sono sentito dire di tutto da mezzo gruppo dirigente. Attendo le scuse», nel week-end quei dirigenti hanno accelerato le tappe che porteranno alla probabile espulsione di Penati.

Dopo la commissione nazionale di garanzia, convocata il 5 settembre, ieri è stata fissata per giovedì quella provinciale. «Il buon nome del Pd e dei democratici che lavorano nelle istituzioni con spirito di servizio, passione e onestà va tutelato innanzitutto». Parola di Cornelli.

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