L’illusione di Genova «città sicura»: crescono risse, aggressioni e rapine

(...) e lasciato a terra con entrambe le gambe fratturate; poco distante, in via Rivarolo, altri due immigrati picchiati a sangue con una mazza da muratore. Tutti e tre questi feriti si trovano ricoverati in condizioni molto gravi; su di loro, intanto, si indaga per verificare se siano rimasti vittime di un regolamento di conti o di un’aggressione per futili motivi, nell’ambito delle rivalità fra bande rivali di sudamericani e, più in generale, di immigrati. E questa è solo la cronaca nuda e cruda di una mezza giornata di ordinaria violenza nella «città sicura» che ha un assessore alla Città Sicura, Francesco Scidone, impegnato quotidianamente - di questo, bisogna dargli atto -, ma senza molto successo, a scongiurare l’immagine di «Genova, capoluogo più insicuro d’Italia». Che secondo molti sarebbe una chiara evidenza, considerati i fatti di sangue che, uniti a furti e rapine a raffica, si registrano da tempo; secondo altri punti di vista, tra cui quello dell’assessore, si tratterebbe invece di un fenomeno criminale che caratterizza, in maniera sempre più vistosa, tutte le realtà urbane densamente popolate, e in particolare proprio le località che ospitano colonie di immigrati.
«Qui da noi - ammette, comunque, Scidone - da parecchi mesi registriamo un aggravamento degli episodi e ne siamo estremamente preoccupati». Come si dice: meglio tardi che mai, per rendersi conto. Ma è una dichiarazione lontana anni luce da quelle, ultra-rassicuranti, rilasciate ancora di recente dal sindaco Marta Vincenzi in occasione delle diffusione dei dati nazionali sulla qualità della vita. Tanto che lo stesso assessore comunale rilancia con forza la richiesta di maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio: «Ho già inviato tre lettere in tal senso al ministero dell’Interno - spiga Scidone -. Lunedì tornerò alla carica con il prefetto perché venga fissato un incontro al Viminale e, in quella sede, sia firmato un patto per la sicurezza che preveda l’invio di poliziotti, carabinieri e militari della Guardia di Finanza. È stato fatto per Roma, dovrebbe essere fatto anche per Genova». L’Esercito, invece, no: alpini o altri uomini in divisa grigioverde a girare nei caruggi o nelle delegazioni - soprattutto in quei quartieri di Sampierdarena, Campasso, Rivarolo che in certe ore diventano Bronx - non sembra incontrare i favori di un’amministrazione che è di sinistra più che di centrosinistra: «Il Comune - aggiunge Scidone - voleva assumere più vigili, ma la situazione economica non lo permette. Siamo fermi ai 30 assunti due anni fa».

E allora le telecamere, e le tanto decantate «automobili elettriche» mandate a gironzolare nel centro storico serviranno a qualcosa? Replica sempre l’assessore: «Le auto elettriche sono state una scelta precisa del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. E per quanto riguarda le telecamere, ce ne sono 150, non ne possiamo mettere di più. Ma non sono la soluzione del problema». Be’, forse basterebbe solo che funzionassero.

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