«In Tunisia stiamo costruendo una fabbrica che occuperà circa 70 persone con un investimento di 10 milioni di euro. Realizzerà tappi in plastica preforme in Pet, smilavorati che servono per preparare le bottiglie di plastica impiegate da tutti i maggiori produttori di bevande gassate e acque minerali». Lo spiega Alberto Alfieri un imprenditore di Parma che, con la sua famiglia, produce macchinari per le linee di imbottigliamento e che da qualche anno è attivo anche nel settore dei prodotti di consumo per imbottigliare.
Avete già altre fabbriche?
«Sì, dal 2005 siamo presenti con una fabbrica da oltre 4mila metri quadri a Termini Imerese, in Sicilia. Siamo una delle poche realtà della zona che funziona. Produciamo circa 500 milioni di preforme allanno».
Cosa sono le preforme in Pet?
«Sono semilavorati in plastica prodotti con presse ad iniezione che vengono forniti agli imbottigliatori delle varie acque minerali. Da quel semilavorato ogni azienda ricava la sua bottiglia».
Perché a Termini Imerese?
«Mancava una fabbrica di questi prodotti nel Sud Italia. Siamo stati sollecitati dai nostri amici imbottigliatori siciliani. Ci sono anche altri produttori in Italia ma al nord e trasportare costa molto. Comunque la nostra produzione finisce al 90% in Sicilia, Calabria, Basilicata e in Campania. Tra i nostri clienti la Nestlè, che imbottiglia in Sicilia lacqua Vera Santa Rosalia, ma anche la Coca Cola che in questa zona ha uno stabilimento».
E la Tunisia?
«Abbiamo una buona esperienza nel settore e cercavamo nuove opportunità. Tramite Euromed siamo venuti in contatto con questa realtà. Nel Sud della Tunisia sono previsti incentivi governativi a fondo perduto per circa 600mila euro e anche alcune agevolazioni fiscali. Inoltre, abbiamo trovato un sistema bancario disposto a sostenerci nellinvestimento che, anche dal punto di vista immobiliare, è molto interessante».
E cioè?
«Con circa 1 milione di euro riusciamo a costruire un capannone di circa 4mila metri quadri.
Altri vantaggi offerti dalla Tunisia?
«Ovviamente, il costo del lavoro, molto più basso rispetto allItalia e anche quello della energia elettrica: circa la metà rispetto al nostro Paese».
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