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L’IMPRENDITORE 4 GIOVANNI TORELLI

«Stiamo lavorando in Algeria. Siamo i consulenti per una delle tratte dell’autostrada Est-Ovest: mille chilometri d’asfalto che taglieranno il deserto algerino dal Marocco alla Tunisia». Lo spiega Giovanni Agostino Torelli, amministratore delegato di Italconsult, società romana specializzata in ingegneria civile.
Qual è la vostra attività?
«Noi facciamo progetti e poi ci occupiamo della supervisione dei lavori. Siamo dei controllori. In Italia, a esempio, ci siamo occupati delle opere del Giubileo del 2000 a Roma. C’erano oltre 800 progetti e 2 miliardi di euro di investimenti. Il nostro compito era garantire la qualità dei lavori effettuati e i tempi di realizzazione. Lo stesso facciamo in giro per il mondo insieme alla progettazione di alcune opere come strade, ferrovie, ponti, acquedotti».
A quanto ammonta la commessa in Algeria?
«Circa 80 milioni. Abbiamo vinto la gara insieme all’Anas che ha una società che si dedica a questo tipo di lavori. Le imprese di costruzione, però, sono altre. Nel caso specifico si tratta di un consorzio di sei aziende giapponesi che si occuperà della costruzione del nostro lotto, che è di circa 400 chilometri, mentre per gli altri lotti - l’autostrada in totale si snoderà per circa mille chilometri - sono impegnate alcune società di costruzioni cinesi. Nessuna impresa europea dunque: è l’effetto della globalizzazione».
Anche voi sentite la concorrenza delle imprese asiatiche?
«Nel nostro settore non ce ne sono. Infatti, noi come Italconsult ci siamo occupati della direzione dei lavori per la costruzione di alcune autostrade in Cina».
State lavorando molto nei Paesi dell’area Mediterranea?
«Abbiamo operato negli anni scorsi in Libia e in Egitto, nel settore idraulico, per risolvere problemi di bonifica della valle del Nilo. Anche in Tunisia per la progettazione di strade e ferrovie. Al momento, siamo invece molto impegnati in Arabia Saudita e negli Emirati arabi».
Che tipo di intervento state facendo?
«In questi Paesi ci sono parecchi problemi di acqua, soprattutto per l’irrigazione dei campi. Stiamo studiando un sistema che permette di riutilizzare, solo per l’irrigazione e opportunamente filtrate e depurate, le acque fognarie. Si tratta di un sistema molto complesso ma efficiente che può essere riprodotto anche in parecchi Paesi del Nordafrica».
Qual è il vostro fatturato e quanti dipendenti avete?
«Circa 31 milioni. Abbiamo 550 dipendenti tutti molto qualificati».


E che cosa fa Promos per voi?
«È importante perché crea contatti interessanti e organizza meeting con i Paesi dell’area Mediterranea. Tramite Promos, ad esempio, sono entrato in contatto con il governo siriano che vuole realizzare alcune opere».
(3-Continua)

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