«Che cosa facciamo in Tunisia? Pannelli solari termici per la produzione di acqua calda. Siamo unazienda certificata, per questo li possiamo esportare in tutta europa». Lo spiega Ottaviano Mattavelli, amministratore delegato di Energie del Sole, società operante in Tunisia nel settore delle energie rinnovabili, che ha trovato nel fondo Euromed promosso dalla Camera di Commercio di Milano un valido investitore.
Perché avete scelto la Tunisia per la vostra attività?
«Nel 1997 volevamo cominciare a produrre fuori dallItalia. Abbiamo sondato alcuni Paesi dellEst europeo per cercare siti di produzione low cost ma non ci hanno convinti. Alla fine abbiamo scelto la Tunisia. È un Paese che offre molte opportunità e dove si lavora bene».
Avete cominciato subito con la produzione di pannelli termici?
«No, non subito. Prima operavamo nel settore elettromeccanico. Poi dal 2007 abbiamo cominciato con i pannelli termici che godono ormai di sovvenzioni in tutti i Paesi».
Ci sono anche sovvenzioni da parte dello Stato?
«Si. È per questo che abbiamo realizzato la nostra fabbrica vicino a Sousse, in unarea in via di sviluppo dove abbiamo beneficiato degli sgravi fiscali sugli oneri sociali. Inoltre, dato che produciamo panelli solari termici per la produzione di acqua calda, anche i nostri prodotti usufruiscono di una serie di agevolazioni fiscali».
Ad esempio?
«Il governo, per linstallazione di questi pannelli, ai privati concede un contributo a fondo perduto, mentre il restante 80% viene sovvenzionato da un credito garantito per la produzione di energia verde».
Per uno straniero è facile creare una società in Tunisia?
«Sì, abbastanza. Inoltre, non ci sono vincoli particolari: non è come in altri Paesi dove è necessario avere anche un investitore locale. Inoltre il sistema bancario funziona bene, anche se ottenere credito non è facilissimo. In compenso, per una società come la nostra che importa semilavorati ed esporta il prodotto finito, ma vende anche nel Paese dove produce, il sistema doganale è molto agevole, in quanto ogni fabbrica ha una sua dogana interna che provvede al disbrigo delle formalità».
E la manodopera?
«Nel nostro impianto lavorano circa 50 persone. Sono volonterosi, ma bisogna fare anche molta formazione. Insomma, la Tunisia è un Paese dove, se si vuole avviare unattività imprenditoriale, bisogna viverci, essere sempre presenti in prima persona. Io, infatti, ho preso la residenza in Tunisia e abito vicino a Sousse».
E qual è il livello medio dei salari?
«Lo stipendio di un nostro operaio è di circa 350 euro lordi. Ma è tutto personale qualificato anche se letà media è bassa: tra i 20 e i 30 anni».
Ci sono molte aziende italiane presenti?
«Ovviamente la comunità francese è la più attiva e presente. Gli italiani possono contare su un ambasciatore, Piero Benassi, che è molto disponibile».
Cosa producono gli italiani in Tunisia?
«La prima produzione riguarda il tessile. Infatti, Benetton è presente e anche altre realtà. Poi cè il settore elettromeccanico, ma anche le costruzioni».
Qual è il vostro fatturato?
«Noi abbiamo anche unattività in Italia per linstallazione di pannelli fotovoltaici per piccole e medie aziende per un fatturato totale di 15 milioni di euro. Il mercato è cresciuto molto grazie agli incentivi sulle energie rinnovabili. Mentre in Tunisia i ricavi sono intorno ai 5 milioni».
(1-Continua)