«Qui si rischia unaltra Napoli». Uneruzione di spazzatura, dopo quella che ha coinvolto le pendici del Vesuvio potrebbe riversarsi anche per le strade di Genova. Lallarme è stato lanciato dai consiglieri regionali, provinciali e comunali della Lista Biasotti preoccupati per i continui ritardi degli enti locali nella scelta dellimpianto di smaltimento rifiuti che dovrà sostituire la discarica di Scarpino e delle politiche ambientali promosse dalla giunta di Marta Vincenzi che si stanno dimostrando fallimentari. «Pensavamo di trovare un alleato proprio nella situazione che si è creata in Campania nella speranza che anche le nostre amministrazioni accelerassero scelte che ritardano da anni- spiega il capogruppo arancione in Comune Walter Centanaro-. Invece niente, qui si continua a tergiversare in un lassismo totale».
Nel mirino soprattutto le promesse non mantenute dalla giunta Vincenzi con lassessore al ciclo dei rifiuti Carlo Senesi «bombardato» dalle lamentele: «Un anno fa aveva promesso lintroduzione della raccolta dellumido in città entro il 2008- racconta Lilli Lauro-. Promessa disattesa dai fatti visto che ad oggi non è stato neanche individuato il sito per lo smaltimento». Ma i dati della differenziata a Genova rimangono bassissimi: 18% secondo Amiu, 13% secondo gli arancioni, «Senesi ci ha raccontato che avremmo dovuto raggiungere il 30% entro metà 2008 e il 45% entro fine anno- tuona Franco De Benedicitis-. In realtà non risponde neanche in aula quando gli si chiede dove viene smaltita la differenziata dei genovesi».
Dati negativi anche per la raccolta porta a porta che si tiene a Pontedecimo e Sestri Ponente con un 30% che è ben al di sotto di quello che ci si sarebbe potuto aspettare. Linea fallimentare dunque, che fa il paio con lindecisionismo per il nuovo impianto di smaltimento, «Sentiamo parlare per ogni giunta che si succede di comitati di saggi, progetti preliminari e via discorrendo- commenta il consigliere provinciale Massimo Pernigotti-. In realtà è solo un modo per non arrivare ad una decisione scomoda».
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