Prosegue linchiesta-dibattito de Il Giornale sui Recensori Saltapagine, quei critici letterari che non si sa dove trovino il tempo di leggere. Ad aprire il dibattito è stato, sabato, il nostro Luigi Mascheroni che si è preso la briga di calcolare con pignoleria certosina quante pagine dovrebbero aver sfogliato alcuni colleghi per leggere integralmente i libri di cui hanno scritto. I numeri sono impressionanti. Per citare alcuni dei casi più eclatanti: Antonio DOrrico (Magazine del Corriere) 5.328 pagine al mese, Giorgio De Rienzo (Corriere della Sera) 2.589 pagine al mese, Corrado Augias (Venerdì di Repubblica) 3.852 pagine al mese. Ieri Camillo Langone ha, invece, sondato lambiente della critica per scoprire le reazioni a caldo dei diretti interessati. Alcuni recensori di professione hanno reagito con unautodifesa piccata, come Antonio DOrrico: «Io i fondamentali del mio mestiere li rispetto! Io leggo! Eccome se leggo...». Altri, come Giuseppe Scaraffia, si limitano a dire che di alcuni libri è lecito leggerne solo una parte: «Dopo trentanni di questo mestiere un libro lo si capisce subito...».
Quanto ai recensiti cè chi, è il caso del saggista Angelo Mellone si sente un po tradito: «Si cita una pagina per nascondere di non aver letto le altre». Oggi per proseguire il dibattito abbiamo sentito il parere Alfonso Berardinelli firma del Sole 24 Ore, del Foglio e di Avvenire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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