da Roma
Si sgonfia linchiesta sul «Laziogate». I Pm che ieri avrebbero dovuto rinnovare la richiesta di arresto per lex portavoce di Francesco Storace Nicolò Accame, per lex direttore tecnico di Laziomatica Mirko Maceri e per i due detective privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo, dopo che la precedente era stata rigettata dal Gip mesi fa, hanno gettato la spugna. Ritirata limpugnazione del provvedimento di rigetto, il sostituto Francesco Ciardi e laggiunto Italo Ormanni cancellano la data già fissata di fronte al tribunale del riesame, il prossimo 24 ottobre.
Linchiesta per le presunte irregolarità commesse alla vigilia delle scorse elezioni regionali nel Lazio, con il tentativo di invalidare le liste di Alternativa sociale che candidava Alessandra Mussolini e di spiare Piero Marrazzo, poi eletto nelle file del centrosinistra, è stata dunque praticamente già disinnescata, anche grazie allindulto. I quattro per i quali erano state chieste le manette, infatti, sono indagati - a seconda delle singole posizioni processuali - per associazione per delinquere, violazione della legge elettorale e accesso abusivo a un sistema informatico. Reati per i quali, anche nel caso in cui il processo dovesse confermare la loro responsabilità, la condanna potrà prevedere una pena comunque inferiore ai tre anni di reclusione, dunque già cancellata nei suoi effetti pratici dallindulto. E a queste condizioni, la richiesta di una carcerazione preventiva era priva di ragione. Oltre che «inopportuna», come fanno sapere dal Palazzo di giustizia. Ma è inevitabile che, al di là della motivazione «tecnica», il passo indietro della procura di Roma investa e ridimensioni lintera indagine, dopo il già duro colpo dello stop agli arresti dettato dal Gip.
Lo sa bene, per esempio, lex governatore del Lazio Francesco Storace. «È difficile pensare - spiega a caldo il senatore di An, commentando la notizia - che la decisione della procura di Roma riguardi solo lindulto voluto dalla sinistra. Credo che si sia semplicemente preso atto delle inequivocabili affermazioni del Gip: non cè associazione per delinquere, non cè spionaggio, non cè falsificazione di firme. Semplicemente, non cè Laziogate».
Concorda sulla probabile morte dellinchiesta anche Alessandra Mussolini, che però è decisamente critica, e non accoglie di certo con favore la novità. «Viene il voltastomaco. Grazie allindulto - sibila il segretario nazionale di As - quei signori scamperanno la galera e forse anche la semplice condanna. Destra e sinistra, uniti nelle porcate, hanno così salvato chi commette porcate contro la normale vita democratica, complottando contro gli avversari politici».
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