da Milano
Dopo il singhiozzante andamento di novembre, lindustria italiana ha ritrovato nellultimo mese del 2006 il passo della crescita, favorita dal ribasso delle materie prime in seguito al calo dei prezzi petroliferi e alla ripresa della domanda interna. Risultato: un aumento mensile della produzione pari al 2%, il picco più alto dallaprile 2005; addirittura un balzo del 5%, a parità di giorni lavorativi, rispetto al dicembre 2005 (record dallagosto 2005); e, infine, un bilancio annuale archiviato con un incremento del 2,4%, come non avveniva dal 2000.
Le cifre diffuse ieri dallIstat, oltre a testimoniare il buono stato di salute di gran parte dei comparti produttivi (vedi grafico a fianco), hanno sorpreso la maggior parte degli analisti, ben più cauti alla vigilia nel «tastare il polso» dellindustria. Un atteggiamento prudente in parte giustificato: difficile prevedere, con buon grado di approssimazione, sia levolversi della domanda interna, sia la tenuta complessiva di un mercato importante per lItalia come quello tedesco. Inoltre, solo nelle ultime settimane hanno subìto un deciso ridimensionamento i timori legati a una forte decelerazione delleconomia statunitense, grazie alla solidità del mercato del lavoro, alla crisi meno grave del settore immobiliare e allinatteso balzo del prodotto interno lordo nellultimo quarto del 2006.
E a proposito di Pil, quello italiano dovrebbe beneficiare del recupero della produzione industriale: se in precedenza il consensus puntava a unespansione nel quarto trimestre compresa tra lo 0,3-0,5% su luglio-settembre, ora le stime indicano un più 0,7% che collocherebbe la crescita per lintero 2006 all1,8% invece che all1,7%.
Lottimo andamento di dicembre dovrebbe inoltre avere un effetto di trascinamento sulla prima parte dellanno in corso, periodo in cui lIsae prevede unattività calante attorno allo 0,7% in gennaio, seguita da un recupero in febbraio dello 0,3% e a una stabilizzazione nel mese successivo (meno 0,1%). Ma, proprio in virtù dello scatto in avanti effettuato nellultimo scorcio del 2006, il primo trimestre dovrebbe chiudersi con una variazione positiva dello 0,9%. «A questo punto sono ottimista per la crescita 2007 - dice Lucia Lorenzoni (Mps Finance) -. Con un prezzo del petrolio stabile tra i 55 e i 60 dollari al barile, con lentrata a regime delle liberalizzazioni e la crescita internazionale, e quella americana in particolare, a ritmi più sostenuti del previsto, mi attendo un Pil all1,5%».
Lindustria chiude il 2006 con uno scatto in avanti
La produzione è salita in dicembre del 2% e del 2,4% annuo. E ora gli analisti rifanno i conti sul Pil
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