L’industria tira il freno in aprile

Ma sul forte calo (meno 8,1%) hanno pesato le festività di Pasqua e il ponte del 25

da Milano

Il dato grezzo è da brividi e rimanda a foschi scenari di declino industriale: meno 8,1% in aprile, su base annua, per la produzione industriale. In realtà, la situazione è meno drammatica. Complice il periodo pasquale e il ponte per il 25 aprile, le fabbriche hanno lavorato a scartamento ridotto rispetto allo stesso periodo del 2005. A parità di giorni lavorativi la flessione risulta infatti più contenuta (meno 2,6%).
Comunque, i dati diffusi ieri dall’Istat segnalano che il motore dell’industria nazionale non gira a pieno regime (la variazione mensile è risultata negativa dell’1%) e presenta alcuni aspetti di criticità sottolineati dal ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani: «Siamo in una fase di passaggio in cui la ripresa è ancora selettiva e tende ad escludere una parte rilevante delle imprese». La flessione di aprile ha colto in contropiede gli analisti. Del tutto inattesa, e difficilmente spiegabile soltanto con i minori consumi provocati dalle festività, è giunta la battuta d’arresto del comparto energetico (meno 6,1% su mese), mentre all’indebolimento generale ha contribuito l’andamento negativo dei beni di consumo (meno 1,3%), dei beni capitali (meno 1,8%) e dei beni intermedi (meno 1,2%). Il mese scorso ha invece confermato il momento particolarmente brillante dell’auto, settore in cui la produzione è cresciuta del 10,7%, incremento che porta a un’espansione nel primo quadrimestre del 32,4%. È evidente come questo risultato sia in massima parte attribuibile alla Fiat, ormai uscita definitivamente dalla crisi, come testimoniato anche dalla recente decisione di ripristinare gli straordinari a Mirafiori.
La flessione complessiva della produzione industriale in aprile rischia di avere una doppia conseguenza: sul bilancio del secondo trimestre, tanto per cominciare. L’Isae mette già in preventivo un calo dello 0,7% anche a causa della nuove caduta stimata in giugno (meno 0,9%) che dovrebbe far seguito al recupero (più 0,8%) di maggio. L’Istituto si mostra tuttavia ottimista per quanto riguarda luglio, mese che dovrebbe coincidere con una decisa ripresa dell’attività (più 2,2%). Lo stesso Ref (Ricerche per l’economia e la finanza) non appare preoccupato: «La tendenza di fondo resta buona e la fiducia delle imprese è su livelli discreti».


Per quanto atteso, il rimbalzo di maggio non dovrebbe essere tale da impedire una decelerazione del Prodotto interno lordo, la cui crescita potrebbe non superare lo 0,4% nel trimestre aprile-giugno. Venerdì scorso l’Istat ha confermato che nei primi tre mesi il Pil italiano è cresciuto dello 0,6% rispetto all’ultimo trimestre 2005 e dell’1,5% annuo.

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