Rita Smordoni
La ferrovia Roma-Viterbo? Per i pendolari la vita è dura, stretti fra la calca delle ore di punta e le levatacce allalba per non perdere il treno. Se poi salta pure qualche corsa, allora si rischia addirittura lincolumità per trovare il minimo dello spazio vitale a bordo.
Dopo linaugurazione in pompa magna del sindaco Veltroni della nuova fermata Villa di Livia, il 30 dicembre scorso, le cose sulla tratta urbana della ferrovia regionale sarebbero bruscamente peggiorate. «Troppe corse saltano senza spiegazione» accusa il capogruppo alla Pisana della Lista Storace, Fabio Desideri: «I disagi per i cittadini ed i pendolari si protraggono ormai dalla fine dellanno. Con lapertura della nuova fermata è stato modificato lorario di servizio e probabilmente lorganico attuale non è sufficiente per coprire tutte le corse preventivate. È solo unipotesi, dato che la spiegazione, se non altro in segno di rispetto per i cittadini, visto che le loro lamentele agli sportelli sono sempre più numerose, non arriva da chi ha la responsabilità gestionale della linea. Cioè Met.Ro».
La tratta urbana della Roma-Viterbo è utilizzata in particolare dai pendolari dei comuni a Nord della capitale, perché rappresenta il mezzo di trasporto pubblico più diretto per arrivare in centro. A patto che i treni transitino puntuali. Sulla carta i convogli dovrebbero passare ogni 8 minuti. Ma così non è, le corse saltano senza preavviso e le proteste dei passeggeri cominciano a farsi sentire. A volte al capolinea di piazzale Flaminio viene appeso un cartello che avvisa del ritardo. Ma chi aspetta il treno alle fermate successive, non può sapere nulla. Quindi attende il passare dei minuti, fino al treno seguente.
Il traffico infernale delle auto sulla via Flaminia, daltra parte, non lascia alternative. La nuova stazione era attesa da molti anni. «Meno tempo, meno traffico, meno inquinamento sono i vantaggi del ferro nelle grandi città» affermarono il giorno dellinaugurazione della stazione di Villa Livia Veltroni e lassessore alla Mobilità, Calamante.
«La Roma-Viterbo - aggiunse questultimo - è una ferrovia che ha cento anni e non aveva mai avuto una cura e una manutenzione così importante». Peccato che le cose non stiano esattamente così. Almeno stando alle proteste: «Alcuni utenti - rimarca Desideri -, particolarmente anziani e disabili, hanno lamentato fin dal primo momento il mancato funzionamento degli ascensori per accedere alle banchine.
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