L’infertilità in Italia colpisce il 10% dei maschi Nove uomini su dieci non fanno prevenzione

L’infertilità è la mancanza di concepimento dopo un anno di rapporti liberi non protetti. In passato si riteneva che la mancanza di concepimento fosse correlata soprattutto a disordini della salute riproduttiva dalla donna. Studi condotti negli ultimi decenni hanno dimostrato che nel 50 per cento dei casi è l'uomo ad essere la causa di una ridotta capacità riproduttiva. Della infertilità maschile ne ha discusso un gruppo di esperti riunitosi a Sorrento nel corso della Consensus Conference sulle nuove opportunità diagnostiche che si è tenuta nell'ambito del Congresso della Società di endocrinologia.
Nel corso dei cento minuti di discussione, sono stati impegnati i coordinatori professori Andrea Lenzi dell’università La Sapienza di Roma e Giovanni Forti dell’università di Firenze. Tra i temi affrontati quello dei pazienti che presentano livelli plasmatici di ormoni gonadici e gonadotropine apparentemente nella norma, pur in presenza di un chiaro danno alla funzione spermatogenica. Questo fenomeno viene definito ipogonadismo ipogonodatropo funzionale e viene utilizzato per indicare una transitoria variazione nei livelli di gonadotropine oppure per definire la possibilità che vi sia una riduzione della attività funzionale delle gonadotropine o dei rispettivi recettori. Queste forme funzionali di ipogonadismo ipogonadotropo, trovano risposte nelle terapie ormonali indicate per i maschi infertili, che consentono di migliorare la qualità del seme dei pazienti e aumentano le probabilità di concepimento naturale. Si calcola, infatti, che un terzo degli uomini infertili sia in grado di raggiungere una paternità naturale. «Quando l'infertilità è dovuta al fattore maschile - sostiene la professoressa Annamaria Colao, ordinario di endocrinologia alla università Federico secondo di Napoli - la coppia viene invitata ad intraprendere immediatamente il programma di procreazione assistita. Si è visto invece che una corretta consulenza medica può contribuire ad eliminare la patologia di base che determina l'infertilità nell'uomo». In Italia l’infertilità colpisce il 10% dei maschi ed una coppia su 5 presenta difficoltà legate al concepimento. Inoltre nove uomini su dieci non ricorre ad alcuna prevenzione.


Nell'uomo i fattori di rischio vanno da patologie come il varicocele e l'insufficienza ormonale, a malattie come l'orchite, i disordini endocrini e le patologie cromosomiche. Oltre ai fattori fisiologici, vanno considerati anche lo stress, i fattori ambientali come l'inquinamento e uno stile di vita poco corretto, caratterizzao da frequenti abusi di alcol, fumo, droghe e doping.

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