L’Inghilterra ripudia lo stopper-macellaio

da Londra

Persino la Bbc aveva preferito evitare di mandare in onda replay «che potessero turbare gli spetattori», un’autocensura di fronte ad una gamba spezzata, quella di Eduardo da Silva, attaccante croato dell’Arsenal. E «Horror show», ha titolato il giorno dopo l’Observer sotto una foto che fissa il momento del devastante tackle di Martin Taylor, difensore del Birmingham City.
Riassumiamo: minuto tre al St. Andrews di Birmingham. La capolista della Premier League è ospite del City. Eduardo riceve palla sulla trequarti, penetra al centro. Gli si para dinnanzi Taylor, un marcantonio di 188 cm. L’intervento a martello del difensore del Birmingham sfonda la gamba sinistra di Eduardo. Doppia frattura composta. Tra i primi ad accorrere Cesc Fabregas, che confesserà di aver dovuto ricacciare in gola il conato di vomito alla vista della tibia spezzata. Eduardo resta a terra, il volto dipinto di incredulità e dolore. I sanitari impiegano oltre sette minuti per sistemarlo sulla barella, rianimarlo con l’ossigeno, sedarlo con la morfina e trasportarlo fuori dal campo. Quindi la corsa al Selly Oak Hospital dove il giocatore ha trascorso la notte. Ieri il trasferimento a Londra e l’intervento chirurgico.
Superato lo shock, è rimasta la rabbia tra i Gunners. Al termine della gara il tecnico Arsene Wenger si era presentato in sala stampa furibondo, con pochissima voglia di parlare della partita. Il suo obiettivo era Taylor, neppure nominato per nome. «Si è trattato di un tackle assolutamente orrendo, questo tipo non dovrebbe mai più giocare a calcio. Prima o poi, d’altronde, sapevamo che ci sarebbe accaduta una cosa del genere. Si è ormai diffusa la convinzione che l’unico modo per fermare l’Arsenal è prenderci a calci».
Neppure il cartellino rosso sventolato dall’arbitro Dean ha placato l’ira di Wenger, che ieri però ha fatto una parziale marcia indietro: «Subito dopo la partita ero scioccato e ho esagerato». Non la pensa però così la stampa inglese, che ieri ha condannato Taylor invitando la federazione alla squalifica a vita. Per Eduardo la stagione è finita e gli Europei con la Croazia, nazione per la quale è stato naturalizzato, compromessi. E Wenger, sbollita la rabbia, comunque chiosa: «La cosa peggiore in queste circostanze è sentir dire che “il tal giocatore non è solito fare simili falli”».

Una risposta indiretta alla difesa d’ufficio - un po’ imbarazzata, per la verità - di Alex McLeish, manager del City: «Taylor è un giocatore corretto che non va criminalizzato, non l’ha fatto apposta».
L’Inghilterra, purtroppo per lui, non la pensa così.

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