RomaSarà il sollievo di aver finalmente abbandonato le vesti di ministro della Giustizia, dopo una snervante attesa nel limbo del doppio incarico, ma Angelino Alfano non ha lasciato passare il weekend pre-agostano per mostrare che il segretario del Pdl lo vuol fare sul serio. O almeno provarci.
Esattamente un mese fa, il giorno della sua elezione, Silvio Berlusconi aveva invocato «un nuovo inizio» e «una nuova capacità comunicativa e di uso della Rete», intesa come web. Alfano lo ha preso in parola, e ieri ha fatto il suo esordio telematico e interattivo, con una lettera aperta ai sostenitori del Pdl resa pubblica via Facebook e siti legati al partito, chiedendo «suggerimenti» alla base sullorganizzazione da dare al suo nuovo Pdl.
«Ora che posso finalmente dedicarmi a pieno titolo e completamente a svolgere il ruolo di segretario politico ho deciso di rivolgermi a ciascun sostenitore del Popolo della Libertà per condividere la rotta che intendo seguire», scrive Alfano. Che annuncia il proposito di rendere il Pdl «una casa accogliente e aperta a tutti». Per questo, spiega, ha già messo al lavoro un «gruppo delle regole», costituito da «personalità della classe dirigente», che dovrà presentare una proposta organizzativa entro il 30 settembre prossimo. Ma per lavorarci al meglio servono anche «i suggerimenti del nostro popolo»: di qui la richiesta di lasciare sul sito Pdl un contributo di idee su modalità di iscrizione, partecipazione al voto, «celebrazione dellelection day del Pdl». Il neo-segretario sprona la base ad aiutarlo a «costruire la vittoria del 2013» a partire da «valori, organizzazione e attività di governo». Quali valori? Quelli, spiega, indicati dal Cavaliere ai tempi della discesa in campo: «dignità della persona, rispetto della vita, difesa e promozione della libertà in tutti i settori, attenzione ai più deboli, principio di sussidiarietà». Senza questo «costante riferimento» la politica «degenera in mera gestione del potere, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti». E non è questa, assicura, «la politica che vogliamo». Un richiamo alle radici e allorgoglio di partito, perché il rischio drammatico che si corre, e che «non possiamo accettare» è che «il giudizio sulla nostra storia sia dato dai nostri avversari».
In attesa delle risposte del popolo della rete allappello di Alfano, il nuovo leader raccoglie subito gli applausi dei dirigenti. «Valori, organizzazione, attività di governo e passione. È un formidabile poker quello messo sul tavolo dal segretario nazionale del Pdl», si esalta Isabella Bertolini. Mentre il ministro Michela Brambilla chiama alla pugna i simpatizzanti: «Li invito tutti a rispondere allimportante invito di Alfano, e a dare suggerimenti e proposte in questo momento importante». Perché «il Pdl è nato dagli italiani e gli italiani continueranno a indirizzare le nostre scelte e la nostra attività».
Certo, entusiasmi a parte, lesordio di Alfano non è privo di spine. Anzi, la prima grana «interna» che gli è piombata sul tavolo è di quelle preoccupanti: dopo giorni di voci, il presidente della regione Sardegna, Cappellacci, due giorni fa ha ufficialmente annunciato di voler restituire la tessera del Pdl, e proprio nelle mani del neo-segretario, perché stanco «dei continui soprusi del governo in barba alle prerogative dello Statuto autonomo della Sardegna», caso Tirrenia in primis.
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