Riccardo Signori
da Milano
Possiamo farvi divertire anche senza Adriano. È lultimo spot dellInter di successo. Ha vinto lInter della classe operaia. Forsanche per questa ragione, il Livorno lha presa con simpatia e si è adeguato alla parte di sparring partner mollaccione. Cinque gol sollevano latmosfera pesante di una società che ci mette tutto limpegno per farsi del male e mollano lo schiaffo che il brasiliano bizzoso si meritava. Ieri a San Siro cè stata gloria per tutti, tranne per uno: ritardatario in ogni senso, anche nella conta dei gol. E gli altri ne hanno approfittato. Ricardo Cruz è diventato il capocannoniere di campionato: quarta rete, facile, facile (e cera Coco che guardava: si saranno messi daccordo?), il suo tabellino dice che segna ogni 49 minuti a fronte della valanga di minuti giocati da Adriano, ma con risultati più scarsi: tre reti al Treviso, eppoi buio.
Recoba è tornato dallUruguay con altra testa e un ritardo accettabile, è andato in campo e si è tolto lo sfizio che gli mancava: cominciare a segnare anche in campionato. Cambiasso, Cordoba e Materazzi lhanno imitato e il Livorno ha subito più reti in questa partita che nelle sei precedenti (erano quattro, tre contro la Fiorentina). Non proprio un buon indizio per una squadra che, fino a qualche domenica fa, navigava al secondo posto. Meglio per lInter che aveva bisogno di una spugna per cancellare mugugni e incrinature interne. La squadra ha cercato solidità nel briciolo di rabbia a fior di pelle che ha prodotto la diserzione di Adriano. Come dire: non tutti i mali vengono per nuocere.
Mancini, fra laltro, ha mantenuto il suo rigore nei confronti di Julio Cesar, ritardatario e stanco: dunque fuori. Non altrettanto con Recoba, perchè Martins è stato rimandato a casa per un problema al ginocchio. Forse ce la farà mercoledì contro il Porto. Ma, intanto, ieri il tecnico aveva solo due punte e niente più. Se qualcuno stava male, cera Figo. In panchina. E il Chino ha sfruttato loccasione, come talento vorrebbe: non a caso si è impossesato della prima palla dopo 44 secondi e lha sparata contro Amelia. È stato il segnale di carica che lInter ha raccolto, come si fosse scrollata di dosso incertezza e debolezza affiorate contro la Juve. Troppo facile essere leoni con il Livorno e pecora con la Signora, ma quello è stato il momento che ha rispedito la squadra nelle sue certezze. Il Livorno si è sciolto, modesto ed imbarazzante. Veron e Cambiasso hanno preso possesso del centrocampo. Solari ha messo in moto il suo carroarmato, Ze Maria la sua Panda. È stato tiro a segno. In totale 11 tiri in porta nerazzurri, contro uno degli avversari.
Inutile parlare di tattiche e finezze tecniche: troppa la differenza. Dopo 11 minuti Materazzi ha sfruttato una palla carambolata come da un flipper ed ha colpito: Amelia ha parato, inviato il pallone sul palo e poi in gol. Il corazziere stavolta sè preso qualche rivincita personale, tanto da impreziosire la prestazione con un assist di testa che, nella ripresa, favorirà la testolina di Cordoba al gol. Ci sono stati momenti di intensa facilità e felicità per lInter. La difesa del Livorno sè fatta gruviera. Coco ha finalmente ripagato gli stipendi passati da Moratti, miglior nerazzurro fino allespulsione dopo due minuti della ripresa: intervento da dietro su Veron. Galante ha confermato di essere un ex rimasto attaccato alla maglia (nerazzurra).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.