L’Inter di Leo ritrova antichi vizietti ma deve dimenticarli in Champions

Se non fosse troppo pesante da sopportare per il tifo nerazzurro, verrebbe da dire: è rimasta l’Inter di Benitez. Infortuni che si rincorrono, gol subiti che pesano e, se il Milan oggi aumenterà il vantaggio a sette punti, stessa situazione di ripartenza quando Leonardo ha preso in mano la squadra. I più arguti obietteranno che, allora, i punti erano 13, oggi sarebbero solo 7. Ma è vero che c’erano in stand by le due partite, con Cesena e Fiorentina, che hanno fruttato 6 punti a Leo, ma potevano fruttarli anche a Benitez. Soprattutto se avesse goduto dell’imponente rafforzamento che Moratti ha regalato al nuovo allenatore.
Pazzini, Ranocchia, Nagatomo e Kharja hanno portato gol, forza, qualità alla squadra. E Leo ha raccolto punti importanti. La partita con il Brescia ha ripercorso tutti i pro e contro della squadra nerazzurra: reti sbagliate, Eto’o goleador solitario, divagazioni difensive, errori stravaganti e il solito infortunio. Stavolta è toccato a Lucio. Dice il referto (ma all’Inter imperversano miracoli medici un po’ sospetti) che il brasiliano si ritrova con uno stiramento al gluteo destro. Non ci voleva, però potrebbe recuperare.
Ed ora tocca davvero all’Inter di Leonardo fare la storia di questa stagione. Affiora qualche dubbio sulla bontà delle scelte del tecnico, ma c’è tempo per migliorare. In attesa del derby, quanti siano i punti di distacco fra Inter e Milan, tocca al Bayern, alla Champions di cui l’Inter è campione. Sarebbe dura mollare così, al primo incrocio pericoloso. Sarebbe peggio cedere passo ai tedeschi (piuttosto che al Milan) dopo a averli così solennemente strapazzati nella finale di Madrid. Quella partita significò anche l’ingresso d’onore nell’elite del calcio europeo, compagnia alla quale l’Inter mancava da 50 anni. Uscirne così presto, e così alla svelta, sarebbe comunque uno smacco. Soprattutto dopo avere conquistato la coppa Intercontinentale. E qui torniamo a Benitez: se l’era cavata con Coutinho e il peggior Pandev, con Obi e Nwanko, Alibec e Biraghi, Natalino e Biabiany, finito in panchina alla Sampdoria: gente che Leo ha tranquillamente snobbato, avendo di meglio in mano. Sarebbe un peccato non godersi un prodotto (squadra) migliore.
L’Inter di oggi dovrebbe sentirsi più tranquilla, comunque convinta che nulla sia perduto. Il Bayern ha un gol in cassaforte, ma in campionato è andato deflagrando. Van Gaal sa già di aver chiuso l’avventura, terrà la panca fino al termine della stagione. I problemi ci sono, anche se il 6-0 rifilato ieri all’Amburgo avrà risollevato i panzeroni. Per il vero la parte del fenomeno l’ha fatta Robben(3 gol), giocatore che nel mondo non ha copia. Poi si sono accodati Ribery e Muller (sesta rete grazie all’autorete di Westermann). Invece l’Inter ha fatto la conta dei suoi infortunati: Cambiasso ci sarà, Chivu pure, Thiago Motta è ancora fra color che sono sospesi. Milito non compirà il miracolo. Lucio terrà il dubbio fino all’ultimo. Pandev si accoderà a Eto’o in attacco, servirà un grande centrocampo e un ispirato Sneijder. E per tre giorni l’Inter dovrà dimenticare il Milan, il derby, il campionato.


Non c’è niente di meglio che continuare il cammino in Champions: lo direbbe qualunque dottore e qualunque allenatore. Moratti aveva abbandonato l’idea scudetto fin da questa estate. Non lo ha detto, ma lo ha dimostrato.

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