Gian Piero Scevola
da Milano
La solita Inter, niente di più che la solita Inter, quella inconcludente che insegue i sogni e va invece a sbattere contro lamara realtà di un calcio che non riesce proprio a vederla protagonista. Ci si aspettava che la sosta per la nazionale proponesse una nuova Inter, a cominciare dal suo condottiero con le pile scariche, quellAdriano che Mancini ha fortemente voluto ad Appiano per unintera settimana. Evidentemente gli allenamenti sono stati fin troppo duri, perché allimpegno e alla voglia di fare del brasiliano, non sè accoppiata anche una potenza e una freschezza che tanti si aspettavano di trovare dopo gli appelli damore e fiducia.
Contro il Parma che dovrà guardarsi come mai negli anni passati dalla retrocessione, malgrado la buona volontà del tecnico Mario Beretta, in panchina non si sa fino a quando, lInter le ha provate tutte. Tutte per modo di dire, perché le gambe erano molli e le idee annebbiate. E meno male che Figo, fino a quel momento tra i peggiori, ha trovato il suo primo gol in nerazzurro, uno sprazzo di luce nel buio di San Siro, altro che luci a San Siro. Che poi Cambiasso ci abbia messo unaltra pezza, quella della tranquillità, questo è un altro discorso, perché in base a quanto evidenziato in campo, il 2-0 è troppo pesante anche per una squadra in brutte acque come il Parma.
Ma è tutta lInter che ha fatto cilecca, a cominciare da Mancini che ha preteso di schierare una formazione con tanto fosforo e qualità: Pizarro in regia, Veron a creare sulla fascia, Figo dietro le punte a inventare. Ne avesse azzeccata una, perché i tre sono stati modesti comprimari, non riuscendo a dare unadeguata impronta alla squadra. Evidentemente cè un male oscuro che perseguita il club di via Durini, ogni anno è la stessa sinfonia: tante speranze, tante belle attese e poi linevitabile flop. Certo che i tre punti sono arrivati, il quarto posto è stato conservato, è stato persino respinto lassalto del Livorno alla zona Champions (a tanto siamo arrivati!), ma le prospettive future non sono per niente positive. LInter balbetta, solo a tratti riesce ad esprimere un gioco arioso, aperto sulle fasce. Se poi vengono a mancare i giocatori che hanno maggiori qualità, allora la squadra ne risente pesantemente. Idee poche e Adriano inconcludente, perché è sul brasiliano che si posano le aspettative e quando viene anche a mancare Cruz, uno che finora aveva fatto i miracoli e con i suoi gol aveva tenuto in piedi la baracca, allora si fa davvero grigia per lInter che potrà andare avanti in Champions vivendo sullabilità e sul momento dei singoli. Ma sulla lunga distanza, quando ad emergere devono essere i valori della squadra e del gruppo, beh, ammettiamolo pure, questa vecchia pazza cara Inter proprio non cè. Il primo tempo è tutta una sinfonia di errori e di cose provate e non riuscite e ci vuole la prima cosa giusta di Figo al 7 della ripresa per scaldare un pochino San Siro.
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