L’INTERVENTO

Caro Direttore,
il governo sta attenuando l’impegno per il ritorno al nucleare, perché in vista delle elezioni di primavera non vuole sollevare argomenti controversi? Il dubbio sollevato in modo molto garbato dal lettore Edoardo Cicali, al quale Lei ha già correttamente risposto, e di ciò La ringrazio, mi fornisce l’occasione per fare il punto sulla politica energetica del governo Berlusconi, di cui il ritorno al nucleare resta un capitolo fondamentale, tanto più dopo la «guerra del gas» tra Russia e Ucraina, che ha indicato una volta di più la necessità di ridurre la nostra dipendenza dal gas (e dal petrolio). Le norme per il ritorno al nucleare sono contenute nel Disegno di legge Sviluppo, già approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato, di cui attendiamo l’approvazione definitiva per fine febbraio-inizio marzo.
Al ministero stiamo già lavorando ai decreti delegati previsti dal Ddl Sviluppo sulla scelta dei siti per le future centrali, sui benefici economici per le popolazioni e sull’istituzione dell’Agenzia di sicurezza nucleare. In parallelo, una commissione di esperti di altissima professionalità da me nominata in ottobre, sta approfondendo tutti i temi economici, tecnici e ambientali legati al nucleare e sta svolgendo incontri con tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali coinvolti: da questi incontri sta emergendo un vivo interesse da parte delle imprese energetiche a costruire e finanziare le nuove centrali (che non richiederanno dunque soldi pubblici), utilizzando le più moderne e sicure tecnologie. Entro la primavera lanceremo la Conferenza energetica nazionale che consentirà a tutte le istituzioni, le parti sociali e i cittadini di fornire indicazioni e suggerimenti anche attraverso internet. In maggio ospiteremo il G8 Energia, dove affronteremo anche il tema del nucleare. E infine, proprio nei giorni scorsi abbiamo completato la riorganizzazione del ministero, che ha istituito il nuovo Dipartimento per l'Energia e la nuova Direzione generale per l'Energia nucleare, le Energie rinnovabili e l’Efficienza energetica, affidata alla dottoressa Sara Romano.
Come vede, caro Direttore, stiamo procedendo speditamente, pensando ai risultati e senza smania di riflettori, verso l’obbiettivo più volte annunciato di posare entro la legislatura la prima pietra di un gruppo di centrali nucleari per riequilibrare il mix elettrico nazionale, al fine di ridurre la dipendenza da petrolio e gas, oggi all'85%, che dovrà scendere al 50%; aumentare il contributo delle energie rinnovabili, che dovranno salire dall’attuale 15% al 25%, e del nucleare, che dovrà assicurarci l’ulteriore 25%.

Con questo mix «50-25-25» potremo garantire al nostro Paese maggiore sicurezza energetica e tutela dell’ambiente (visto che il nucleare non produce emissioni di CO2), e alle nostre famiglie e imprese un prezzo dell’elettricità inferiore del 30% e allineato a quello degli altri grandi Paesi europei.
Cordiali saluti,

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