Quando sento parlare di «generazione» penso subito ai miei coetanei e alle prospettive che potrebbero e dovrebbero avere in questo Paese. Allora, mi sia concessa una riflessione su questa nuova associazione fondata, a dire di alcuni dirigenti di partito, per una maggiore democrazia allinterno del Popolo della Libertà.
Qualsiasi iniziativa che si arroghi (ad iniziare dal nome) la presunzione di parlare di generazioni (come la neonata «Generazione Italia»), dovrebbe preoccuparsi di queste ultime e del loro futuro. Al Paese non interessa la prospettiva di questo o quel leader, in Italia le nuove generazioni si aspettano un dibattito incentrato sui giovani, sul lavoro e sulle speranze per un domani ricco di democrazia e meritocrazia. Un movimento, una associazione o una fondazione è nuova se si occupa di temi contemporanei e di sviluppo. È credibile se lobiettivo è il futuro della nuova generazione italiana. È idea ed iniziativa vecchia se lunico scopo è determinare o tentare di imporre il progresso di un singolo.
I giovani come me si aspettano risposte e riforme dal partito del Popolo della Libertà, che ha bisogno di unione e non certo di egoismi e personalismi. Se gli obiettivi occulti sono altri il rischio è che si fondi «geriatrico Italia». Non si può pensare di determinare democrazia interna e confronto con strumenti ed organizzazioni esterne al partito. Il popolo, attraverso il voto, ha lanciato una sfida a Silvio Berlusconi, il quale con il geniale intuito di sempre ha creato un grande partito, che è già in sé una eredità per le future generazioni. Se qualcuno ha bisogno di confronto e non di visibilità, chieda la convocazione degli organismi statutari. Facciamo in modo che diventino ancora più attivi la direzione nazionale, i dipartimenti, le consulte, i settori, gli organismi territoriali.
Quando Fini e Berlusconi hanno sottoscritto il nostro statuto, hanno accettato regole e condiviso ideali. Gli amici della ex An ci hanno chiesto un partito strutturato, pesante, radicato. Stiamo seguendo quel modello, dal giorno in cui abbiamo dato forma al Pdl; oggi però qualcuno di loro si diletta a creare fondazioni, associazioni o correnti. A questo punto, una persona giovane che milita nel partito e che vivendo a San Bartolomeo in Galdo, non conosce retroscena e reali intenzioni, resterà smarrita leggendo giornali ed immaginando le solite dietrologie della vecchia politica. È verso costoro, verso quelle nuove generazioni, che ancora una volta tutti ci siamo assunti delle responsabilità, questa volta come dirigenti o capi di partito.
Quei giovani che credevano in An e Fi allora e che credono nel Pdl oggi hanno il diritto di continuare a sognare una politica diversa e noi tutti abbiamo il dovere di non deludere i nostri iscritti, che fedelmente ci hanno seguito.
*Deputato Pdl
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