Cronaca locale

L’intervento Qualità degli alloggi, l’esperimento Gallaratese

di Antonello MoscaL’inaugurazione da parte del sindaco Moratti del nuovo complesso di 184 appartamenti destinati ad essere affittati a reddito moderato (565 euro mensili) nel quartiere Gallaratese, ha destato non poche reazioni riguardanti la spesa dichiarata per la loro costruzione, che sarebbe più alta di quella di mercato nella zona, soprattutto tenendo conto che l’area è stata concessa gratis dal Comune stesso.
Diciamo però che questa realizzazione, progettata nel 2005, esce decisamente dagli obsoleti schemi delle case «popolari» (ora gestite dall’Aler) come è stato possibile osservare da vicino nella sue presentazione tenutesi sia nel giugno scorso all’ex Fondazione Mazzotta che a novembre nello spazio Fmg sempre a Milano.
Oltre alla qualità dei servizi offerti, del parcheggio, del verde e quant’altro, questi edifici godono dell’impegno di due architetti italiani che hanno studio in Spagna, tra i vincitori del concorso internazionale «Abitare a Milano»: un programma avviato dieci anni fa che rendeva disponibili 46 aree per la realizzazione, scaglionata nel tempo, di 20.000 alloggi in affitto.
Quelli di via Gallarate sono i primi ad essere consegnati, mentre si lavora nell’area di via Civitavecchia, via Ovada e via Senigallia, con l'obiettivo di consegnare entro la primavera del prossimo anno altri 800 alloggi.
Giustamente la Moratti ha sottolineato la «qualità» dell’opera e delle sue delle finiture, anche se fa sorridere l’enfatizzato impiego del parquet sui pavimenti, materiale che oggi costa meno di una mediocre ceramica e che dovrebbe essere posato normalmente anche nelle case a reddito.

Tutto insomma in deciso contrasto con l’edilizia di settore che ci ha da anni abituati a giuste proteste e infinite denunce per una serie di gravi disagi da parte di una popolazione che per esempio si è vista allagata la casa quando in caso di pioggia o non ne può uscire per l’intermittente funzionamento degli ascensori.
Che il ricordato «Abitare a Milano», concorso misconosciuto ai più, possa poco a poco dare il via ad un nuovo aspetto di civiltà cittadina?

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